Era nato 102 anni fa a Rotzo, il paesino delle patate sulla cima del “costolino” la vecchia strada che portava all’altipiano di Asiago prima della costruzione della provinciale vera e propria. Era la penna nera più vecchia d’Italia, mascotte dei raduni degli alpini. Da Castelletto di Rotzo aveva dovuto andarsene, in fasce, durante la prima guerra mondiale, e da lì partì per la guerra in Abissinia. E dal paese delle patate lui ne portava sempre un sacco al Santo, dove ogni compleanno, il primo di dicembre, andava in divisa da alpino, a rendere grazie di essere sopravvissuto alla Guerra. “Senza ammazzare nessuno” precisava. Durante la guerra era stato anche prigioniero dei nazisti austriaci. Nelle sue parole quell’evento appariva lontano. Ricordando i tanti anni passati su questa terra, la nostalgia più grande che pareva avere, era quella per la moglie. A chi si fermava a festeggiarlo dicendogli: “ci vediamo l’anno prossimo”, lui rispondeva – ricorda il fotoreporter Mauro Gottardo, che ha scattato questa foto in occasione del centounesimo compleanno di Cristiano Dal Pozzo a Padova – rispondeva “No. Lassù si sta meglio, Voglio andare da mia moglie”.