I due aggressori del consigliere comunale Vittorio Aliprandi sono stati ammessi al beneficio degli arresti domiciliari. Aliprandi era stato brutalmente aggredito il 21 aprile scorso da almeno tre attivisti del centro sociale Pedro. Due di questi, Alex Favaretto, 28 anni e Michele Nigro, 25enne sono stati arrestati la mattina stessa grazie alla reazione di Vittorio Aliprandi e di alcuni passanti che reagirono al brutale pestaggio. Sulla scarcerazione dei due pedrini dall’assessore regionale Maurizio Conte riceviamo e pubblichiamo: “Il Consigliere Comunale Aliprandi dopo le critiche inopportune espresse su facebook vide appiopparsi una condanna a tempi di record, un esempio di legge che funziona; adesso che i suoi aggressori sono stati assegnati agli arresti domiciliari prima di affrontare il prossimo giudizio, viene da chiedersi se la decisione dei Giudici sia stata corretta e responsabile. Sia responsabile perché per applicare una misura di questo genere debbono sussistere le condizioni di non reiterazione, della mancata possibilità di fuga e dell’impossibilità di inquinamento delle prove. L’Accusa di reati come lesioni personali gravi pluriaggravate e continuate, contestualizzate all’aggressione a fini politici dovrebbero far scattare l’esemplarità e la fermezza nell’affrontare un processo per un’assalto che in quanto a viltà, ha pochi eguali. Viene poi da chiedersi se il fatto che questi no global vivessero in una casa comunale occupata debba far riflettere sul significato della parola “domiciliari”, la scelta di vita compiuta dagli antagonisti padovani difatti portava la loro ad una condizione abitativa borderline, come del resto le preferenze di comportamento. E’ mai giusto premiare in qualche modo chi dell’odio ne ha fatto una bandiera? La cronaca di questi giorni parla molto spesso di evasione dagli arresti domiciliari, ci sono dunque sufficienti garanzie per i picchiatori di Aliprandi sulla certezza di permanenza nel nuovo luogo di detenzione? Quanto commesso da questi dissennati ha leso gravemente un diritto, quello alla parola, previsto peraltro costituzionalmente, un gesto inqualificabile che mi auguro vedrà una condanna commisurata, senza alcun trattamento di favore perché questa è pura delinquenza”.
Maurizio Conte
Assessore Regionale Veneto Lega Nord