“Siamo nella parte apicale della curva eppure i ristoranti sono chiusi da un mese, il che significa che i contagi sono andati avanti anche a ristoranti chiusi. Se i ristoranti rimarranno chiusi a Natale, cosa succederà nelle case? Noi abbiamo molte richieste di forniture per il giorno di Natale e nelle case nessuno sa come saranno i distanziamenti. Oggi i ristoranti pagano, tutti, per quei posti che hanno fatto assembramenti e che non hanno rispettato le regole”.
A dirlo, intervistato durante “Il Morning Show” programma in onda sulle frequenze di Radio Cafè, il manager Raffaele Alajmo, responsabile del gruppo di ristoranti “Le Calandre” a Padova, Cafè Quadri e Fondaco dei Tedeschi a Venezia e caffè Stern a Parigi, con locali anche a Milano in corso Como ed a Marrakech.
“Noi non ci fermiamo, abbiamo 200 dipendenti e il nostro mestiere è lavorare non prendere la cassa integrazione o i ristori che comunque sono poca cosa: e così abbiamo deciso di aprire un temporary – ha aggiunto Raffaele Alajmo intervenendo in diretta durante il programma – un “pop up”, cioè un ristorante temporaneo a Cortina, nonostante l’incertezza del momento e con probabilmente la perla delle Dolomiti che avrà gli impianti di risalita chiusi. Dicono che questo virus sarà endemico ancora per un anno e mezzo; noi siamo chiusi a Parigi dal mese di ottobre. Non credo che si possa andare avanti in questa maniera con il tutto chiuso, il nostro settore sta soffrendo e non poco”.
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