“I nostri consumatori possono acquistare in tutta sicurezza carne di maiale e uova privilegiando i prodotti del territorio e quelli che riportano chiaramente l’origine della materia prima. Possono rivolgersi anche agli allevatori e agli imprenditori agricoli che vengono direttamente i propri prodotti, garantendosi così salubrità e qualità, oltre a favorire l’economia locale e il rispetto dell’ambiente”. L’appello arriva da Coldiretti Padova nel pieno dello scandalo della carne di maiale e delle uova contaminate dai mangimi alla diossina in Germania.
Anche nella nostra provincia, afferma Coldiretti, si assiste ad una sensibile riduzione dei consumi di formaggi e salumi “anonimi” e a basso prezzo, dei quali è difficile conoscere la provenienza della carne e del latte usato nella lavorazione. Non ci sono problemi invece per le uova, per il latte fresco, per la carne bovina e avicola, per i quali è obbligatoria l’indicazione dell’origine.
Per assicurarsi l’acquisto di prosciutti ottenuti da maiali italiani Coldiretti consiglia di rivolgersi direttamente agli allevatori o di scegliere prosciutti a Denominazione di Origine Protetta che sono riconosciuti dall’Unione Europea e individuabili dal marchio comunitario (DOP) e da quello del Consorzio di Tutela come i Prosciutti del nostro Consorzio Berico-Euganeo, ma anche Parma e San Daniele. Questo in attesa dell’approvazione definitiva il prossimo 18 gennaio, del disegno di legge in materia di etichettatura alimentare alla Commissione Agricoltura della Camera dopo il via libera concesso da tutti i gruppi parlamentari. L’organizzazione agricola padovana ribadisce che i prodotti italiani e locali sono sicuri e che la strada maestra per contrastare le emergenze alimentari è l’etichettatura obbligatoria su tutta la filiera agroalimentare.
“Sono almeno 15 anni che Coldiretti, per lo più in perfetta solitudine – ricorda Walter Luchetta, direttore di Coldiretti Padova – chiede l’obbligo dell’indicazione all’origine su tutti i prodotti alimentari. Dagli anni della “mucca pazza” i nostri imprenditori non fanno altro che insistere su questo punto, non curandosi di chi ha deriso e contrastato con ogni mezzo la nostra mobilitazione. Gli stessi soggetti ora vorrebbero saltare sul carro del vincitore ed essere annoverati fra i promotori della legge sull’etichettatura. In Italia tanti tendono ad avere la “memoria corta”, noi però non dimentichiamo le insidie e gli ostacoli alla nostra battaglia per il “made in Italy” e la tutela del consumatore. L’etichettatura si conferma come uno strumento di rassicurazione importante nell’evitare un effetto psicosi nei consumi. Si era già dimostrata efficace nei precedenti allarmi sanitari sulla mucca pazza per la carne bovina e per l’aviaria in quella di pollo, i cui consumi si sono ripresi solo dopo l’introduzione dell’obbligo di indicare la provenienza in etichetta. Ora potrebbe agevolare anche il settore degli allevamenti suini, già provato dalla crisi e dalla concorrenza sleale di prodotti anonimi importati nel nostro Paese”.
Oggi l’etichetta è obbligatoria per circa la metà delle produzioni alimentari ed in particolare la carne bovina, la carne di pollo, il latte fresco, il miele, le uova, la frutta fresca, l’extravergine e la passata di pomodoro. Non riguarda invece la carne di maiale, la carne di agnello e di coniglio, la frutta trasformata, la pasta, il latte a lunga conservazione.