Giuseppe ha 55 anni. Un lavoro da dipendente in un’azienda locale, è padre di due figli adolescenti e marito di Luisa, che lavora a part time in un bar. Questa famiglia abita in un piccolo appartamento di proprietà. Con i soldi del suo lavoro e soprattutto gli straordinari nel fine settimana ha deciso a suo tempo di acquistare un altro piccolo appartamento per i figli, per quando saranno grandi. Un appartamento che nel frattempo ha messo in affitto “a canone concordato” per far quadrare i conti, compito sempre più complesso.
L’ultimo anno però è stato difficile per lui e la sua famiglia. La moglie ha perso il lavoro con il covid e a sostenere la famiglia è solo lui. Così si è trovato costretto a chiedere all’affittuario di pagare le mensilità arretrate e gli oneri condominiali che da un anno ormai non salda. Dall’altra parte nessuna risposta. E così, passando i mesi senza alcuna novità, si è trovato costretto a chiedere lo sfratto, perché quei soldi ora servono per la sua famiglia.
“Non volevo arrivare all’atto estremo dello sfratto – spiega Giuseppe – ma mi trovo costretto. Sono anche io una vittima del sistema, tanto quanto il mio affittuario, devo far quadrare i conti e mandare avanti la mia famiglia!”
Giuseppe è solo uno dei tanti piccoli proprietari immobiliari aderenti a UPPI Padova, l’Unione Piccoli proprietari Immobiliari della città del Santo, associazione sindacale nata nel 1977 per garantire, tutelare e promuovere gli interessi della piccola proprietà̀ immobiliare in tutta la provincia. Uppi ha a che fare quotidianamente con “l’altra faccia della medaglia” della questione sfratti in Padova e provincia, che ad oggi sono almeno 700 in atto dopo lo sblocco del 1 luglio scorso post covid.
“Conosciamo situazione e numeri – spiega Silvio Barbiero Presidente di Uppi Padova – e stiamo monitorando la situazione anche dal nostro particolare osservatorio. Siamo anche noi parte di questa triste partita, dall’altra parte, che deve essere garantita anch’essa nei propri diritti. Anzi! Possiamo dire che la situazione blocco degli sfratti ha causato una forte disparità di trattamento a carico dei proprietari di immobili impossibilitati a rientrare nel possesso del loro bene, occupato da conduttori che non corrispondono i canoni di locazione da molti mesi.
E in molti casi non si tratta solo di mancate mensilità di affitto ma anche di mancati oneri di condominio che ricadono, per legge, sul proprietario dell’immobile, unico responsabile del pagamento delle spese condominiali nei confronti del Condominio e del suo Amministratore. E se non bastasse ci si mette anche l’Erario che pretende il pagamento di tasse ed imposte, qualora il proprietario-locatore non si sia attivato per ottenere un provvedimento di convalida di sfratto per morosità, anche sui canoni di locazione non percepiti. Se facciamo i conti per un caso come quello del signor Giuseppe si parla di una cifra quasi pari ad un mese del suo stipendio che viene sottratta al bilancio familiare. E che, come nel caso di Giuseppe, non può non essere corrisposta…”
C’è poi anche una questione “morale” di fondo.
UPPI sottolinea infatti come la procedura di sfratto per morosità possa essere un evento traumatico per il conduttore, non solo dal punto di vista economico.
“Gli sforzi fatti e l’aiuto dato anche nel momento della pandemia – continua Barbiero – con una riduzione temporanea dei canoni di locazione e con il blocco delle procedure di sfratto per morosità ha in molti casi favorito i conduttori effettivamente in difficoltà ma anche i conduttori “furbi” , per i quali il non pagare l’affitto è stato, è e sarà una sorta di stile di vita. E come sono stati ripagati o aiutati i proprietari? In nessun modo! Non sono stati infatti pensati a livello governativo provvedimenti di sgravio fiscale o di aiuto a favore dei proprietari di immobili locati per i quali sia stata certificata la morosità del conduttore mediante provvedimento giudiziale.
Ancora una volta si è preferito, perché più facile, trasferire il peso di una situazione difficile e talvolta drammatica sulle spalle di chi ha messo nel mattone risparmi ed aspettative, bloccando le esecuzioni degli sfratti per morosità senza accompagnare il blocco con altri provvedimenti di sgravio fiscale o di aiuto.”
Ecco che di fronte allo sblocco degli sfratti per morosità ora l’Uppi chiede attenzione e rispetto, sempre secondo le leggi, anche per i proprietari di immobili, anch’essi in difficoltà.
“Ora con lo sblocco degli sfratti, bisogna garantire, secondo quanto indicato dalle leggi vigenti, anche la tutela della proprietà privata, come previsto all’articolo 42 della nostra Costituzione, a prescindere dall’indiscriminata richiesta di esecuzione dello sfratto solo in presenza della possibilità di effettuare il passaggio “da casa a casa” del conduttore moroso. Le tutele e le garanzie devono essere valide per entrambe le parti contrattuali e non solo per una di esse.”
Ad oggi circa il 19% degli oltre 2000 soci iscritti ad Uppi Padova sono alle prese con ritardi nell’incasso dei canoni di locazione, pur avendone spesso concordato una riduzione, e degli oneri condominiali, mentre circa la metà di questi ha avviato un procedimento per riottenere il possesso del proprio bene e, forse, di quanto gli spetta.