Quattro sedi (Conegliano, Verona, Padova e ora Feltre) per coprire l’intero territorio veneto. Una formazione altamente professionalizzante sempre più richiesta dai giovani della regione (e non solo). Anche perché il diploma dell’ITS Agroalimentare Veneto è un lasciapassare decisivo per il mercato del lavoro: in quattro casi su cinque si trova occupazione entro un anno dalla fine dei corsi. L’istituto Agroalimentare Veneto forma professionisti nei settori del food e del biologico: due comparti in costante crescita formati da realtà imprenditoriali che richiedono sempre più figure qualificate. Figure che non trovano con facilità: i dati Unioncamere-Excelsior relativi al Veneto dimostrano infatti come quasi un’azienda su due non riesca ad individuare personale adatto. Ecco perché i due anni di corso dell’ITS Agroalimentare Veneto diventano decisivi. Grazie all’impronta fortemente pratica, che vede 900 ore di lezione accompagnate da altrettante trascorse in azienda, il biennio formativo porta a una qualifica finale riconosciuta anche a livello europeo.
«L’ottima performance dell’ITS Agroalimentare rappresenta un timbro di certificazione della qualità e della lungimiranza del modello formativo che propone la Regione del Veneto investendo risorse ed energie sempre maggiori – ricorda Elena Donazzan, assessore all’istruzione, alla formazione e al lavoro della Regione Veneto –. Un modello a misura d’impresa e capace di soddisfare il reale fabbisogno professionale del tessuto economico regionale, che deve essere in grado di adattarsi ai costanti cambiamenti dell’economia globale. Gli ITS del Veneto si dimostrano così una interessantissima ed efficace alternativa all’università, fornendo vere opportunità di impiego ai giovani che possono contare su una alta formazione tecnica e professionale impartita da docenti esperti che il più delle volte sono imprenditori e che quindi sanno bene come formare i propri collaboratori».
«Scegliere l’ITS Agroalimentare Veneto permette di inserirsi in settori lavorativi in grande espansione – spiega la direttrice dell’Istituto Damiana Tervilli –. Aziende che richiedono ragazzi pronti a entrare nel mondo del lavoro. Ed è proprio la praticità la nostra formula vincente. Esperienza diretta in azienda, due terzi del corpo docente fatto da professionisti provenienti dalle migliore imprese. Un taglio formativo che diventa poi un marchio di qualità per i nostri diplomati, come dimostra la bontà del dato sull’occupazione. Con le nostre quattro sedi riusciamo così a portare la nostra offerta formativa capillarmente su tutto il territorio». Le iscrizioni ai corsi sono aperte per tutto il mese di settembre: rimangono ancora posti liberi.
Le quattro sedi e l’offerta formativa
La novità per l’anno che sta per cominciare è l’apertura della nuova sede di Feltre. L’ITS Agroalimentare continua così la sua espansione: lo scorso anno, infatti, era toccato a Padova, dove si sta così concludendo il primo biennio. Nelle sedi di Padova e Feltre è in corso un percorso professionale dedicato alla formazione di tecnici responsabili della gestione dell’ambiente nel sistema agroalimentare, orientati all’ecosostenibilità e alle produzioni biologiche. Mentre nelle due sedi «storiche», Conegliano e Verona, nascono i responsabili della produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agrari, agroalimentari e agroindustriali. L’ITS rappresenta così una realtà fatta di storie di successo: il tasso di occupazione è molto alto, il 78% dei frequentanti trova lavoro entro un anno dalla fine del corso. Dei professionisti del food e del biologico c’è bisogno. Come dimostrano i dati Unioncamere-Excelsior relativi all’ultimo trimestre dell’anno: sono 1270 le posizione aperte per i tecnici della produzione e 1470 i specialisti del marketing, della vendita e della distribuzione. E quasi un’azienda su due dichiara di non trovare personale qualificato.
Settori in forte crescita
Formazione dal forte taglio pratico, visiting tour in aziende leader e partecipazione alle maggiori fiere del settore. La qualità dell’Istituto Agroalimentare si sposa alla continua evoluzione dei settori nei quali forma professionisti. Il food traina il Veneto e il suo export: a fine 2016 il valore delle esportazioni dalla regione ha toccato quota 5 miliardi e 244 milioni di euro. Tutti indicatori in crescita: non solo verso le regioni vicine, ma in tutto il mondo, come dimostra il +9,1% dell’export food regionale verso Paesi extra Unione Europea. E, secondo i dati di Confartigianato, sono 6.784 le imprese venete operanti nel settore. Così come è in forte crescita l’attenzione (e il consumo) di cibo biologico. A fine 2015 il Veneto contava oltre 2.300 aziende biologiche, 500 in più rispetto l’anno precedente. In Italia il 14,5% della superficie coltivabile è lavorata con metodi bio.