Riceviamo e pubblichiamo:
“Il Sociale non può essere considerato un settore di poco conto, su cui è possibile tagliare le risorse nei periodi di vacche magre. Perché è proprio il Sociale il segmento più debole della cosa pubblica, a cui fa riferimento chi ha più bisogno di aiuto. E’ sul Sociale che si misura la qualità di una società civile e in qualche modo se ne misura anche la tenuta”. Massimo Giorgetti, assessore alle Politiche sociali della Provincia di Padova, così commenta le decisioni della Regione Veneto e del Comune di Padova di limitare nel 2009 gli aiuti al settore, per carenza di fondi. “Al Sociale afferiscono le politiche rivolte ai giovani, ai minori, alla famiglia, agli anziani, ai disabili, ai poveri. Mi chiedo chi tra questi soggetti, che nel caso di anziani, disabili e poveri spesso vive ai margini della società, merita davvero di veder venir meno l’attenzione delle amministrazioni pubbliche (Regione, Comuni o Provincia che siano). Non sono forse questi i soggetti più deboli della società, a cui dobbiamo, rivolgere un’attenzione particolare? E non solo per paura, come qualcuno dice, che i tagli alimentino il disagio dei più emarginati originando un aumento della micro criminalità”.
“Non è giusto tagliare il Welfare- prosegue l’assessore Giorgetti- perché da questi contributi dipendono la serenità e a volte la sopravvivenza stessa di tante persone. E’ una questione di scelte: nell’amministrazione provinciale non si è mai detto “Facciamoci bastare questi soldi per il Sociale”, ma siamo sempre partiti dalla cifra che serviva al settore. Anche ora che sopportiamo 5 milioni di euro di entrate in meno, il Sociale avrà fino all’ultimo centesimo perché è dalla quota necessaria al Welfare che partiamo per i calcoli della spesa annuale. E’ una priorità. Auspico quindi che si rifacciano i calcoli a tutti i livelli di amministrazione pubblica, tagliando semmai altre voci socialmente meno importanti. E lo si faccia mettendosi tutti una mano sulla coscienza, allontanandosi dalle logiche partitiche o di lobby, per guardare chi proprio fa troppa difficoltà e non può essere lasciato sempre più indietro”.
“Il Sociale non può essere considerato un settore di poco conto, su cui è possibile tagliare le risorse nei periodi di vacche magre. Perché è proprio il Sociale il segmento più debole della cosa pubblica, a cui fa riferimento chi ha più bisogno di aiuto. E’ sul Sociale che si misura la qualità di una società civile e in qualche modo se ne misura anche la tenuta”. Massimo Giorgetti, assessore alle Politiche sociali della Provincia di Padova, così commenta le decisioni della Regione Veneto e del Comune di Padova di limitare nel 2009 gli aiuti al settore, per carenza di fondi. “Al Sociale afferiscono le politiche rivolte ai giovani, ai minori, alla famiglia, agli anziani, ai disabili, ai poveri. Mi chiedo chi tra questi soggetti, che nel caso di anziani, disabili e poveri spesso vive ai margini della società, merita davvero di veder venir meno l’attenzione delle amministrazioni pubbliche (Regione, Comuni o Provincia che siano). Non sono forse questi i soggetti più deboli della società, a cui dobbiamo, rivolgere un’attenzione particolare? E non solo per paura, come qualcuno dice, che i tagli alimentino il disagio dei più emarginati originando un aumento della micro criminalità”.
“Non è giusto tagliare il Welfare- prosegue l’assessore Giorgetti- perché da questi contributi dipendono la serenità e a volte la sopravvivenza stessa di tante persone. E’ una questione di scelte: nell’amministrazione provinciale non si è mai detto “Facciamoci bastare questi soldi per il Sociale”, ma siamo sempre partiti dalla cifra che serviva al settore. Anche ora che sopportiamo 5 milioni di euro di entrate in meno, il Sociale avrà fino all’ultimo centesimo perché è dalla quota necessaria al Welfare che partiamo per i calcoli della spesa annuale. E’ una priorità. Auspico quindi che si rifacciano i calcoli a tutti i livelli di amministrazione pubblica, tagliando semmai altre voci socialmente meno importanti. E lo si faccia mettendosi tutti una mano sulla coscienza, allontanandosi dalle logiche partitiche o di lobby, per guardare chi proprio fa troppa difficoltà e non può essere lasciato sempre più indietro”.