“Sono contento di essere qui al Padova, voglio fare bene”. Frase prestampata con cui si è presentato Matteo Ardemagni a Bresseo. L’ex bomber del Cittadella ha voluto anche chiarire alla presenza del presidente Marcello Cestaro, l’episodio di Bergamo, quando, dice lui, agli insulti dei tifosi del Padova rispose con un gesto. Sul fatto ci sono due scuole di pensiero. C’è che sostiene che Ardemagni mostrò il dito medio agli ultras. Altri che fece il segno del tre con le dita, a significare i gol che il Padova stava subendo in quel momento. “Io non ce l’ho con il Padova. Il calcio è così, un giorno sei di qua poi sei di là” ha spiegato Ardemagni. Con Cestaro fuoricampo nell’intervista linkata qui che dice “sono cose che allo stadio possono succedere”. Detto da uno, il presidente Cestaro, che ha urlato “macellai” al microfono dello stadio al termine di un Padova – Pavia, e che aveva cercato di urlare ciò che pensava anche a Coralli durante questo campionato, “salvato” dall’ennesima figuraccia solo dal provvidenziale intervento dello speaker. “Tanto basta che fai tre gol e la gente se lo dimentica” commenta una giornalista al chiarimento di Ardemagni. Si vedrà se sarà così già sabato contro il Modena, partita che dovrebbe vedere l’esordio di Ardemagni. Intanto sembra che il sondaggio del Mattino di Padova dia ragione a chi pensa che il popolo biancoscudato sia disposto a ingoiare qualsiasi cosa pur di vedere qualche gol in più. Clicca qui per andare al sondaggio
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