“Andrea Ragona e Lucio Passi, rispettivamente presidente e portavoce di Legambiente, hanno ragione: viviamo in una città inquinata e dobbiamo correre ai ripari”.
Patrizio Bertin, vicepresidente vicario di Ascom Confcommercio, ha letto, come tutti, il drammatico rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente che mette Padova in testa alla poco invidiabile classifica delle città con il più alto valore di ozono nell’aria e non può che condividere l’allarme.
Però …
“Però dobbiamo essere seri: ad essere inquinata è l’intera pianura Padana per via della sua conformazione. Se dunque non vogliamo prenderci in giro e vogliamo risolvere il problema dobbiamo non solo bloccare il traffico leggero e pesante in centro città, ma anche sulle tangenziali e poi sulle autostrade e direi anche sulle provinciali. Dobbiamo eliminare le navi in arrivo ai porti di Venezia e Trieste, bloccare gli aerei da Caselle a Tessera e Ronchi dei Legionari, chiudere tutti gli impianti di riscaldamento a gasolio, le centrali a combustibile fossile che producono energia e via di questo passo fino ad una completa pulizia dell’aria”.
Risultato?
“Il risultato – conclude il vicepresidente dell’Ascom – sarà che respireremo tutti un’aria finalmente pulita e cristallina, ma dopo qualche tempo moriremo di fame. Si tratta dunque di scegliere: o evitiamo di fare proclami (“una tassa d’ingresso all’altezza delle tangenziali”) che vanno bene per segnare un punto a proprio favore ma non risolvono il problema visto che l’aria cattiva non si ferma certo in tangenziale e nemmeno ai confini provinciali o regionali, oppure continuiamo pure sulla strada del populismo, vantiamoci del fatto che “noi l’avevamo detto” e lasciamo da parte la realtà. Purtroppo a noi modesti, insensibili e anche un po’ stupidi operatori economici, con le famiglie nostre e dei nostri dipendenti sulle spalle, non è consentito segnare punti a favore, ma abbiamo l’obbligo di trovare soluzioni. L’alternativa di bloccare tutto (ma tutto significa da Torino a Porto Tolle) ci consentirà, ripeto, di morire tutti di fame. Sanissimi, per carità, ma pur sempre morti!”