La polizia ed in particolare la Digos sta indagando sul rogo che ha semidistrutto stanotte un casolare vicino al festival di Radio Sherwood. L’ipotesi investigativa, ancora tutta da verificare, è che si possa essere trattato di un atto dimostrativo da mettere in relazione con gli arresti dei disobbedienti padovani di ieri. Che il clima fosse incandescente lo si era capito già ieri pomeriggio quando circa duecento attivisti del centro sociale Pedro e delle associazioni della sinistra radicale hanno sfilato in corteo per le strade di Padova dietro lo striscione “Liberi tutti subito”. A parte qualche battibecco a palazzo del Bo con alcuni docenti universitari, risoltosi di fatto in un fallito tentativo di entrare in rettorato, il corteo dei disobbedienti partiti dalla Prefettura ha attraversato la città con alla testa dei manifestanti il leader dei disobbedienti del Nord Est Luca Casarini. Questa mattina era atteso che gli ativisti del centro sociale Pedro si dessero di nuovo appuntamento a palazzo del Bo, sotto il rettorato per chiedere al neo rettore Giuseppe Zaccaria di prendere una posizione sugli arresti ordinati dal gip di Torino. Fino alle 1 però i disobbedienti universitari si sono intrattenuti in assemblea a Scienze Politiche. Tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare anche Omid Firouzi Tabar, atualmente a Teheran, 29enne ricercatore per l’università di Urbino, animatore del collettivo di Scienze politiche di Padova.
Questa sera alle 18 gli attivisti del centro sociale Pedro si danno appuntamento davanti al carcere circondariale di via Due Palazzi per un presidio di solidarietà nei confronti degli arrestati.
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