Spegneranno sia le luci dei negozi che le insigne. Per dimostrare cosa diventerebbe Albignasego se non ci fossero i negozi di vicinato minacciati dalle liberalizzazioni decise dal governo Monti.
Domani, mercoledì 21 marzo, dalle 19 alle 19.30, Albignasego sperimenterà quello che potrebbe essere il suo futuro: una città senza più le luci, la vita e la socialità dei negozi.
Così ha deciso l’associazione commercianti e artigiani “Punto A” che, forte dell’appoggio dell’Ascom, inscenerà questa manifestazione pacata ma ferma di protesta contro un provvedimento che favorendo indubbiamente la grande distribuzione, rischia di mettere in ginocchio, solo nel territorio comunale, decine di piccoli esercizi lasciando senza lavoro centinaia di collaboratori.
“Purtroppo – spiega Sergio Molon, presidente dell’associazione “Punto A” – l’arroganza dei “grandi” non tiene conto delle ricadute negative che la chiusura dei piccoli negozi crea non solo all’economia di un territorio, ma anche alla sua struttura sociale. Con la manifestazione di mercoledì sera intendiamo fornire ai nostri concittadini un “assaggio” del piatto avvelenato che le liberalizzazioni ci stanno propinando”.
Il tutto, nonostante il Comune di Albignasego da un lato e la Regione dall’altro si fossero espressi chiaramente in favore di una equilibrata apertura per non più di venti domeniche all’anno, compromesso per il quale molto si era spesa l’Ascom che oggi è in prima linea nella difesa delle migliaia di esercizi di vicinato che, in tutta la provincia, costituiscono un fattore non solo economico ma anche culturale.
“Ovviamente – ha proseguito Molon – noi siamo la trasposizione moderna dell’eterna lotta di Davide opposto a Golia. Non è detto che si possa vincere, ma dobbiamo provarle tutte per non essere già battuti in partenza”.
Analogo il ragionamento di Franco Pasqualetti, vicepresidente dell’Ascom Confcommercio padovana.
“Abbiamo il dovere – ha detto il vicepresidente – di opporci con tutte le nostre forze ad un provvedimento di legge sul quale dovrà pronunciarsi (speriamo in senso a noi favorevole) la Corte Costituzionale e l’azione dei colleghi commercianti di Albignasego, proprio perché originale e proprio perché avviene in un comune che ha dimostrato sensibilità e attenzione nei confronti del commercio tradizionale, può fare molto per convincere l’opinione pubblica a rifiutare gli specchietti per le allodole che la grande distribuzione sta disseminando, con una certa dose di disinformazione, sul territorio”.