“Il Comune di Padova, solerte nel costituirsi parte civile contro i propri dipendenti quando sono accusati di reati amministrativi rimarrà inerte di fronte al comportamento fedifrago del consigliere comunale, ora assessore, Stefano Grigoletto?”. A chiederselo il presidente nazionale di Federcontribuenti Marco Paccagnella, che chiede al sindaco Massimo Bitonci un atto concreto in vista dell’apertura, domani, del processo a carico, tra gli altri, dell’assessore ai tributi Grigoletto, accusato di falso in relazione all’autenticazione di alcune firme che hanno permesso la candidatura alle ultime elezioni regionali della lista di Forza Nuova.
“Costituire il Comune parte civile è il minimo – aggiunge Paccagnella – ed affermerebbe il principio secondo cui tutti, assessori compresi, sono tenuti ad un obbligo di lealtà verso l’istituzione a cui prestano servizio (in questo caso lautamente retribuito). E’ inoltre quantomeno opportuno che il sindaco Bitonci sospenda cautelativamente, almeno dalla delega ai servizi anagrafici che l’assessore Grigoletto ha ricevuto dal primo cittadino. proprio chi è accusato di aver autenticato firme false ha la responsabilità politica della corretta gestione dei dati sensibili dei cittadini padovani. Ma stiamo scherzando?”.
“Io non mi sento tranquillo in quanto cittadino di Padova – conclude Paccagnella – di fronte ad un assessore indagato per reati che in Lombardia hanno portato a condanne pesantissime, e che ha sottoscritto falsità, contribuendo, secondo l’accusa, a “truffare” gli elettori. Grigoletto faccia un piacere a sè stesso ed alla città: si dimetta”.
Dello stesso tono le dichiarazioni del responsabile del cantiere sicurezza del movimento “Padova civica”.
“Si tratta di un fatto gravissimo, non a caso il rinvio a giudizio riguarda un reato di falso – commenta Luigi Tarzia -, in quanto il Grigoletto agiva in qualità di pubblico ufficiale venendo meno ad un dovere fondamentale per chiunque ricopra una carica pubblica: il dovere del rigore e della verità. Pensare di essere governati da persona che, come ricorda la pubblica accusa, assieme ad altri ha certificato il falso è un fatto gravissimo che l’amministrazione avrebbe dovuto sanzionare nell’unico modo possibile: costituendosi parte civile e scaricando il Grigoletto. Quello che può fare comunque da subito è revocare la delega all’anagrafe e ai servizi elettorali perché chi in Tribunale è chiamato a difendersi da un reato che riguarda il suo ufficio non ha i requisiti essenziali per poter svolgere con imparzialità, serenità e rigore un ruolo pubblico al servizio di tutti.
Chiediamo dunque l’immediata revoca dall’incarico che, per dirla in modo semplice, sarebbe come se Erode fosse incaricato di rispondere al telefono azzurro. Una ipotesi da non prendere in alcun modo in considerazione”.
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