Si rinvia l’aumento dell’Iva? Per trovare i soldi che mancano il Governo pensa di portare dal 99 al 100% l’acconto dell’Irpef e dell’Irap e dal 100 al 101% quello dell’Ires. Di fatto, è l’ennesima stangata a carico delle imprese e dei liberi professionisti che a novembre si troveranno ancora una volta a farsi carico dell’incapacità di chi guida il Paese a far quadrare i conti. In ballo ci sono cifre importanti: se a livello nazionale le imprese e i lavoratori autonomi italiani si troveranno ad anticipare all’erario 550 milioni di euro, secondo una stima prudenziale di Fabbrica Padova, Centro studi di Confapi, l’aumento arriverà a pesare sulle Pmi della provincia per circa 8 milioni.
«Stiamo assistendo a qualcosa di simile al gioco delle tre carte. Solo che qui non c’è nessun motivo per giocare – afferma Tito Alleva, presidente di Confapi Padova, associazione delle Piccole e medie imprese della provincia –. Il Governo leva una tassa al centro dell’attenzione di tutti per applicarne altre, sperando che non si veda il trucco. E’ una curiosa applicazione del principio dei vasi comunicanti: quello che sparisce a destra torna a sinistra. Ma chiedere il 101 % dell’Ires vuol dire incamerare un credito di imposta che presumibilmente non sarà mai restituito. Una vera e propria truffa. Per quanto riguarda l’Irpef, poi, dopo alcuni anni di anticipi ridotti (79% nel 2010, 82% nel 2011, 96% nel 2012) si arriva ai livelli massimi. Il tutto mentre, a parole, si dichiara di voler rilanciare il Paese e gli investimenti. Ma quando governo e Parlamento capiranno che la copertura va trovata tagliando quanto c’è di improduttivo nella spesa pubblica?».
All’ordine del giorno c’è anche il “Decreto Lavoro”, che prevede un incentivo fino a un massimo di 650 euro mensili per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato. Sulla questione interviene Jonathan Morello Ritter, presidente dei Giovani Imprenditori Confapi Veneto: «Se si pensa che poche centinaia di euro servano a un’azienda per scegliere o meno se assumere una persona ci si sbaglia di grosso. La sostanza è che vengono agevolate le aziende che già hanno l’intenzione e la possibilità di assumere personale. Chi ha intenzione di incrementare il personale non lo farà certo per l’incentivo».
Quali soluzioni? «E’ necessaria – dichiara Morello Ritter – una riforma strutturale coraggiosa, che permetta di sopperire agli sporadici periodi di maggior lavoro utilizzando contratti flessibili. E’ improcrastinabile aiutare a nascere e detassare le nuove imprese che creano nuova occupazione. E’ fondamentale aiutare le aziende che internazionalizzano la propria impresa perché creano un indotto per tutta la nazione. Ed è indispensabile che l’Università e gli istituti superiori accompagnino lo studente nel periodo di stage: lo studente deve diventare il ponte tra il mondo della formazione e quello del lavoro».