Aumento Iva: secondo Ascom per Padova il conto sarebbe da 220milioni di euro

 

“Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata”.
Viene bene a Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, citare l’illustre concittadino Tito Livio per dare l’idea del disastro che l’aumento delle aliquote Iva comporterebbe distruggendo qualsiasi ipotesi di crescita.
“Il problema – attacca il presidente – è che a Roma, 2200 anni dopo la Seconda Guerra Punica, nemmeno più si discute, si perde solo tempo. A distanza di più di due mesi dalle elezioni stiamo ancora aspettando che i partiti mettano da parte i dispetti e capiscano che ci sono impegni precisi ai quali bisogna fare fronte”.
Dunque a poco sembrano essere servite le rassicurazioni del ministro Padoan che nel presentare il Def (dove l’aumento delle aliquote è ben presente come una bomba ad orologeria innescata) ha ribadito la necessità di scongiurare questa eventualità che, per il nostro Paese, significherebbe dire addio alla ripresa.
“Disinnescare le clausole di salvaguardia – ammonisce Bertin – deve essere una priorità per il prossimo governo e proprio per questo mi sento di richiamare la politica tutta alle proprie responsabilità affinchè si formi al più presto un esecutivo che si metta subito al lavoro per uscire da questa fase di stallo ed affronti subito le emergenze del Paese”.
Che l’aumento delle aliquote Iva sia una spada di Damocle che pende sulla testa degli italiani è ormai un fatto assodato da tempo, ma mai come in questo momento, visto lo stallo post elettorale, sono sembrate così minacciose.
“L’Europa – continua il presidente dell’Ascom – sembra anch’essa aver perso la pazienza e pur con tutti i distinguo che abbiamo sempre sollevato nei confronti di Bruxelles, non vi è dubbio che a quelle latitudini guardino con legittimo sospetto alla paralisi della politica italiana”.
Il problema è che un aumento dell’Iva (si tratta di qualcosa come 12,4 miliardi di imposte in più, con Padova e provincia che pagherebbero un “conto” di circa 230 milioni di euro) avrebbe effetti devastanti sulla crescita peraltro già in fase di rallentamento.
“Io voglio sperare – conclude Bertin – che il terzo giro di consultazioni che il Presidente Mattarella si accinge ad iniziare sortiscano qualche effetto positivo. In caso contrario mi sento di dover anticipare che da Padova, dalle categorie del commercio, del turismo e dei servizi, partirà una mobilitazione che avrà un duplice obiettivo: sensibilizzare i cittadini sui rischi che corrono i loro redditi (già scesi, in dieci anni, di 1000 euro di consumi, 2000 di reddito disponibile e circa 20mila di ricchezza complessiva) e prevenire la grande gelata che si abbatterebbe sui consumi, gli unici in grado di sostenere quella crescita che ci vede fanalino di coda in Europa”.