Al ballottaggio ci va Giordani, ma se le elezioni le vince o le perde il centrosinistra dipende in gran parte dalla tenuta dell’ottimo risultato delle due liste che sostenevano Arturo Lorenzoni. E seppure indietro, potenzialmente la coppia Giordani – Lorenzoni è in vantaggio. Per capirsi, come un’automobile di formula uno che ha già fatto il pit stop: indietro ma con un vantaggio rispetto a chi li precede.
Andiamo a vedere perchè Bitonci che dice “sono in vantaggio” evidentemente cerca di negare una evidenza diametralmente opposta, e probabilmente mentre dice di essere davanti guarda nervosamente gli specchietti retovisori della politica.
Per capire dove stiamo andando dobbiamo guardare dove eravamo rimasti. Foto di gruppo in un’afosissima serata di giugno 2014. Tutti sudati Massimo Bitonci e i suoi fedelissimi festeggiano una clamorosa vittoria. Il sindaco venuto da Cittadella vince con 51702 voti validi contro i 44943 di Ivo Rossi. Totale voti validi 96600 (contro i 114528 del primo turno). Teniamo a mente questo dato, ci servirà per capire perchè i ragionamenti che Massimo Bitonci in queste ore non reggono alla prova dei numeri.
Com’erano partiti dopo il primo turno?
I dati 2014 sono questi
Ivo Rossi primo turno 37 488
Massimo Bitonci primo turno 34 890
Francesco Fiore primo turno 11 004
Maurizio Saia primo turno 11 805
Movimento 5 stele 1° turni 9590
Totale votanti primo turno 114 528
Finì con Bitonci che porta a casa tutti i voti di Saia e metà di quelli del Movimento 5 stelle. Metà dei voti di Padova 2020 e un migliaio di quelli di Colasio non arrivarono a Ivo Rossi e l’esito lo conosciamo.
Come si parte dopo il primo turno 2017?
Massimo Bitonci primo turno 39 413. Davanti a Giordani, certo, ma senza più tanto da raschiare in fondo al barile dei voti: sono infatti 5000 voti in più del 2014, quando poteva attingere a un robusto bacino dei voti di Saia, ma ben 12mila in meno del secondo turno, con una numerosità di votanti confrontabile.
Dove recupera quei 12mila voti Bitonci? Anche ragranellando tutti i voti del M5S (ma gli analisti sono concordi nell’attestare che nel 2014 Bitonci sedusse metà dei votanti pentastellati) e rastrellando tutti i voti degli zero virgola, all’appello ne mancano sempre circa cinquemila, a meno che Massimo Bitonci non riuscisse a invertire il trend naturale del secondo turno, e cioè portare a votare più elettori del primo turno, impresa a memoria d’uomo mai riuscita a nessuno a Padova.
Con i voti del secondo turno 2014 Bitonci avrebbe vinto al primo turno. Ma la spallata non gli è riuscita ed ora diventa tutto più difficile, se Arturo Lorenzoni riuscirà a far digerire ai suoi 22mila o almeno a due terzi di questi, il matrimonio con Sergio Giordani.
Insomma la partita è tutt’altro che scontata. Il secondo turno, mi ha spiegato un vecchio politico, è una specie di tempo supplementare: vince non chi ha giocato meglio i primi 90 minuti terminati in parità, ma chi ha più determinazione a segnare un goal in più.
Il 25 giugno alle 23 l’arbitro fischierà. Ed a mezzanotte sapremo già chi gioirà.
Alberto Gottardo
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