Continua la lotta della Guardia di Finanza di Padova alle condotte illecite di contraffazione e di immissione in commercio di prodotti non sicuri, a tutela del
consumatore e del “made in Italy”. In tale ambito, nei giorni scorsi, è stata condotta un’importante operazione che ha portato al sequestro, nei confronti di
due imprese gestite da soggetti di origine cinese, di quasi 2,5 milioni di accessori di bigiotteria non conformi agli standard di sicurezza e privi di ogni
prescrizione in ordine all’origine ed alla composizione. Ciondoli, perline di vario tipo e genere, utilizzate anche dai più piccoli nella costruzione di bracciali, collane, orecchini ed altri oggetti di bigiotteria per la realizzazione di bijoux fai da te, tutti sprovvisti delle previste certificazioni di sicurezza e quindi pericolosi per la salute e l’incolumità dei consumatori.
L’operazione è scaturita a seguito di un controllo effettuato da militari del Gruppo di Padova presso un punto vendita situato nella zona industriale della
città, all’interno del market Mela Rossa di via Uruguay, gestito da un imprenditore cinese. Qui sono stati rinvenuti e sequestrati i primi 69.600
articoli di bigiotteria non sicuri. Il pronto esame della documentazione rinvenuta presso l’esercizio commerciale ha poi consentito di individuare il fornitore della merce, anch’esso operante nel territorio patavino, in particolare all’interno del Centro Ingrosso Cina, dove le Fiamme Gialle hanno subito esteso il controllo, temendo peraltro un pronto allertamento tra i soggetti coinvolti, vista peraltro la vicinanza dei due luoghi di stoccaggio.
Il sospetto si rivelava fondato, anche se i finanzieri arrivavano sul posto prima dell’imprenditore cinese controllato per primo, impedendo ogni alterazione
dello status quo. All’atto dell’accesso presso il C.I.C. i militari si sono trovati di fronte a milioni di articoli pronti per essere commercializzati sull’intero territorio nazionale, privi di qualsivoglia denominazione merceologica. Al termine delle operazioni i due imprenditori di nazionalità cinese sono stati deferiti dai militari della Guardia di Finanza alle competenti Autorità per le violazioni del codice al consumo.