Borse di studio: tagli anche dal Governo. L’allarme della consigliera Vanessa Camani

 

alt “Mentre Zaia confida nelle risorse nazionali per pagare le oltre 4.000 borse di studio per gli studenti idonei non beneficiari iscritti agli atenei veneti, lo stesso Governo annuncia tagli pesantissimi al fondo per le università. Siamo molto preoccupati: forse mai come oggi, il diritto allo studio viene messo a repentaglio nella nostra Regione”.
Così la capogruppo Dem in Consiglio regionale veneto Vanessa Camani, la quale ricorda che “nell’anno accademico in corso, 2023-2024, la nostra Regione ha già raggiunto una cifra record di borse di studio non pagate agli studenti meritevoli e titolari del diritto, posizionandosi fanalino di coda a livello nazionale, unica a non raggiungere l’obiettivo su una materia di competenza regionale”.
“Inoltre  – continua la consigliera Dem – i nuovi tagli annunciati dal governo rischiano di impedire la contribuzione volontaria delle università venete le quali, da Verona a Venezia passando per Padova, pur non essendo obbligate, stanno svolgendo un fondamentale ruolo di aiuto o di supplenza rispetto alle mancanze della giunta Zaia”.
“La sola Università degli studi di Padova – rimarca Camani – quest’anno ha versato oltre 7 milioni di euro per questa finalità. Una cifra rilevante, che quasi pareggia gli otto milioni (alzati di altri 3 milioni solo pochi giorni fa) della Regione”.
“La situazione è grave e richiede interventi risolutivi” conclude. “Già oggi non siamo in grado di provvedere come Regione autonomamente alla garanzia di questo diritto. Se per colpa dei tagli del governo il prossimo anno verrà anche a mancare la contribuzione volontaria delle università, la vicenda rischia di diventare drammatica”.