Botta e risposta sul Life style center, la grande realtà commerciale che dovrebbe sorgere nel giro di tre anni nelle vicinanze del casello autostradale di Terme euganee. Lunedì il presidente di Ascom Padova Patrizio Bertin era riuscito a farsi fare un selfie con il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, strappandogli un frettoloso “Ho preso visione della vostra corposa documentazione ed il problema è alla mia attenzione”.
Tanto è bastato a Bertin per diramare un comunicato stampa in cui dichiarava: ““A Franceschini ho esposto i termini della vicenda che, per quanto ci riguarda, come abbiamo detto a più riprese, non è solo una questione di economia (centinaia di negozi in un raggio di decine di chilometri costretti a chiudere), ma anche ambientale (cementificazione del territorio) e culturale.
“La costruzione di un manufatto di tali proporzioni giusto in faccia al Castello del Catajo – ha proseguito Bertin – è una scelta che non può essere lasciata nella disponibilità dell’amministrazione di Due Carrare, ma che merita il coinvolgimento di qualsiasi altro ente o istituzione che abbia a cuore l’eredità della nostra cultura”.
Alla tesi di Bertin risponde punto su punto Rodolfo Cetera, Amministratore delegato di Deda, la società padovana di sviluppo immobiliare promotrice dell’investimento nel comune di Due Carrare.
“Anziché rincorrere il Ministro Franceschini sul Catajo, Patrizio Bertin farebbe meglio a riflettere sull’inefficacia delle politiche di Ascom di questi anni. L’improvvisa passione per il castello è quanto meno strumentale, ma Bertin può stare tranquillo. Il nostro progetto è al 100%fuori dal cono di visuale del Catajo, a più di 900 metri dallo stesso e dal Parco Colli, e non offenderà il senso estetico di nessuno, anzi”.
“Bertin parla di un manufatto in costruzione ‘in faccia’ a un bene monumentale – spiega Cetera – ma ha sbagliato il caso:è un‘altra – e la conosciamo tutti – la situazione ‘in faccia’ ad un bene vincolatosulla quale, volendo, potrebbe spendersi come tutore artistico e culturale. Il nostro Life style center, di cui tanto discute l’Ascom, è in un altro Comune rispetto al Catajo, e l’unico manufatto preesistente che ha nelle vicinanze è il casello autostradale di Terme Euganee, che non ci risulta essere vincolato”.
Quanto ai numeri Cetera taglia corto: “Patrizio Bertin parla della chiusura di centinaia di negozi, che manco esistono nel raggio del Comune di Due Carrare e dei Comuni limitrofi. Agita un fantasma per non prendere atto di quanto è successo a Mestre e Venezia: vada in Comune a Venezia Bertin a chiedere quante sono le nuove aperture dei negozi di vicinato nel comune veneziano. Scoprirà che le nefaste previsioni dei suoi colleghi di categoria all’indomani dall’apertura de la “Nave de vero” sono state smentite dalla realtà: da inizio anno sono infatti ben 338, segno che come sempre avviene nel resto d’Europa, anche in Veneto attrarre persone in zona per motivi di shopping, porta benefici a tutto il tessuto commerciale circostante”.
“La verità è cheBertin continua a far finta di ignorare che la crisi del piccolo commercio è in essere da anni e che le politiche di Ascom per combatterla si sono rivelate quantomeno inefficaci. Il nostro progetto rivitalizzerà proprio il tessuto dei piccoli commercianti locali, sia perché molti di loro potranno scegliere di aprire (con agevolazioni) propri negozi all’interno della nostra struttura, sia perché attirerà nella zona un numero di visitatori nuovo e consistente”.
“Con il suo atteggiamento pregiudizialmente contrario – conclude Cetera – Bertinnon sta facendo un favore né ai suoi associati, né al territorio: l’interesse della collettività è di sostenere questo progetto che porta in un’area oggi marginaleinvestimenti, opportunità e nuovi posti di lavoro”.