Bella vittoria, per quanto sofferta, per il Biancoscudati Padova che gioca probabilmente la partita di campionato più orientale della sua storia più che centenaria. Contro il Kras Repen, a Monrupino, nel profondo Carso. Una zona talmente remota che i cartelli son scritti anche in sloveno e che i giocatori di casa, con il cognome che finisce in ich, giocano con una maglia talmente brutta da ricordare, per capirci, quella del Borussia Dortmund.
Al seguito dei Biancoscudati i soliti, inossidabili, 300 tifosi abbondanti del Padova che si fanno sentire eccome sin dall’inizio della gara. I primi dieci minuti scivolano via con una partita spezzettata da alcune pause causate dalla scorbutica fisicità dei padroni di casa e con un arbitro che forse dovrebbe domare la fallosità in campo prima che degeneri. Il migliore degli ospiti Petrilli, viene atterrato senza tanti complimenti sulla fascia sinistra poco fuori dal lato corto dell’area. Sul pallone va Cunico che prova a sorprendere il portiere e quasi ci riesce.
La prima ammonizione arriva per un laccio californiano di Gulich su Mazzocco a centrocampo.
Al ventunesimo sull’asse Busetti – Ilari Cunico, febbricitante in settimana, si trova un bel pallone tra i piedi in area piccola. Difficile da girare la palla finisce altasopra il lungo portiere Budicin, fino a quel momento chiamato in causa massimo due volte.
Al 23esimo Petrilli, un gigante sulla fascia sinistra, si trova il pallone in area dopo una azione insistita tutta di prima con Ilari che mette in mezzo dal fondo, Pittarello che serve Cunico di tacco e la punta che impegna il portiere del Kras Repen. Sulla respinta Petrilli si trasforma in Butraghegno e gonfia la rete. Seconda ammonizione sempre per il Kras Repen per un fallo di Spetich su Pittarello, a centrocampo con una zampata di quelle che lasciano il segno.
Il Biancoscudati Padova parte fortissimo con due belle occasioni nel corso dei primi quattro minuti. Prima Ilari che smarca Cunico. Il capitano del Padova prende il tempo a Budicin in uscita, ma il palo dice no. Due minuti dopo su una azione di Ilari dal fondo, Pittarello tira a portiere battuto, ma la palla viene respinta da un difensore sulla linea.
Al 19esimo il Biancoscudati Padova chiude virtualmente la partita con Aperi che sebbene sia tre spanne più basso del portiere Budicin, riesce a fare goal su cross di Marco Cunico. Come nel caso della prima rete, il raddoppio arrivato al momento giusto, dà tranquillità alla squadra di Parlato. Due minuti dopo la rete della tranquillità arriva dal destro di Marco Cunico che segna il suo nono goal su punizione, per capirci, alla Del Piero. Nel corso dei restanti 25 minuti non succede gran che in campo: per una volta il Padova che chiude la partita al momento giusto, semina un po’ di noia sicuramente preferibile anzichè batticuore e agonismo allo spasmo. Insomma facciamo finta che il Biancoscudati abbia giocato mezz’ora in meno. A questo punto del campionato un “riposo” d’oro visto che bisognerà arrivare a maggio con ancora energie mentali, oltre che fisiche, da spendere. Troppo stress alla lunga non farebbero bene alla squadra di Carmine Parlato che si trova in vetta per la seconda domenica consecutiva. Da sottolineare inoltre che il Biancoscudati si presentava per carità di fronte ad un avversario non irresistibile, ma anche con 4 titolari fuori. Segno che anche la panchina è all’altezza del vertice del campionato. Al 38esimo arriva addirittura la notizia che il Giorgione trasforma un rigore sul campo dell’Altovicentino, goal che fa cantare ai 400 tifosi al seguito della capolista il coro che augura la promozione in Lega Pro. Allo scadere arriva il goal dei padroni di casa, talmente allo scadere che non si ricomincia nemmeno da centrocampo, ma arriva invece il triplice fischio
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