Lui si chiama Giuseppe Polito ed è un uomo esasperato. La gente lo chiama “Cancaroman” perfetta crasi tra il più pavano degli epiteti offensivi e il nomignolo da supereroe. Ed un altro a metà tra leggenda e realtà, Bomber Citro, rapper di una certa notorietà nel Nord Italia, stava per accostare il suo nome-nomignolo a quello del maturo pensionato diventato suo malgrado star di youtube.
Il “gioco”, che va avanti da anni, è quello di avvicinare l’anziano e gridargli qualche improperio, per filmare poi le sue escandescenze e mettere tutto sui social. Non è chiaro cosa stesse facendo Bomber Citro, il rapper, oggi poco dopo mezzogiorno, alle spalle di “Cancaroman” in zona Auchan. Certo aveva il cellulare in mano e tanto è bastato a Cancaroman per vedere nel ragazzotto col cappuccio in testa una minaccia.
“Ha cercato di colpirmi con un colpo di catena – spiega Bomber Citro in maniera concitata – sono fuggito a piedi con questo signore che mi inseguiva, spalleggiato da un tizio in giacca e cravatta. Ho avuto paura, pensavo che Cancaroman fosse un fenomeno tutto sommato caratteristico di questa città. Ma credo proprio che sia pericoloso e rischiamo che ci scappi il morto”. La scena, alla Ayeye Brazorv al contrario, per capirci, vedeva Bomber Citro rifugiarsi a bordo di un autobus “assediato” da Cancaroman e dall’anonimo tizio in giacca e cravatta fino a quando nel giro di pochi istanti è intervenuta sul posto una volante della polizia. Potrebbe far ridere, ci si potrebbe scherzare su questa storiella tra il cancaro, il bomber e il tizio in giacca e cravatta. Ma a chi scrive, francamente non fa tanto ridere, perchè dietro ai nomignoli ci sono le persone: c’è un settantenne disperato, Giuseppe Polito, un trentenne, Nicola Citro, che ha rischiato un colpo di catena in faccia e una marea di persone che dietro la tastiera hanno dimenticato cosa vuol dire la differenza tra realtà e finzione.
Padova muore, cantava Bomber Citro anni fa insieme al talentuoso Dutch Nazari. Se tratta come un fenomeno da baraccone un vecchio, lasciandolo solo con i suoi fantasmi, ed anzi aizzandolo come se fosse un animale in gabbia, Padova sta morendo davvero.
Alberto Gottardo