“E’ vero che hai il buco del culo al posto della bocca, ma prima di sparare cazzate del genere, lavati la bocca con la candeggina, grandissimo pezzo di merda che di Napoli non conosci un cazzo ….pirla”.
Questo è il più gentile dei messaggi che ho ricevuto nelle ultime ore sul mio profilo Facebook. Quale sarebbe la mia colpa per meritare tanto livore? Aver sostenuto che la principale virtù del popolo napoletano è quella di avere un grande cuore. E che senza questa grande virtù di Napoli, nel comune e se si vuole stereotipato sentire, rimane ben poco, probabilmente la monnezza e la camorra prima di qualsiasi altra cosa.
Ho spiegato questo mio convincimento durante la puntata de “La zanzara”, andata in onda venerdì scorso, ospite dell’amico Giuseppe Cruciani negli studi di Radio24 . E da quel giorno mi sono piovuti addosso i peggiori improperi.
Nonostante tutti gli insulti ricevuti online ed alla segreteria della Zanzara, rimango convinto dell’idea che Napoli ha un grande cuore, ben più grande dei propri difetti, monnezza e camorra, che l’hanno portata ad avere una delle peggiori reputazioni collettive del mondo. Continuo ad essere convinto che i napoletani non possano tradire, diventando nell’immaginario collettivo xenofobi come i peggiori veneti. Penserò sempre e che il posto che Napoli ha nel mondo, prima ancora che per l’essere la patria della pizza, la città dalle mille bellezze oltre a piazza del Plebiscito e Castel dell’Ovo, sia appunto nella sconvolgente bellezza di un popolo che trasuda umanità.
Napoli per me è nella geniale capacità di arrangiarsi ed anche di ridere di sè che aveva il principe De Curtis in arte Totò, nell’orgoglio affilato di Pino Daniele. E’ per questo che quando ho sentito quell’ascoltatore da Napoli, parlare come un Joe Formaggio qualunque, mi sono ribellato. Le mie parole, amici napoletani, arrivavano dal cuore, che batte per la vostra città. E se non avete capito un cazzo, mi dispiaccio assai.
Alberto Gottardo
Speaker radiofonico, innamorato di Napoli