Auditorium strapieno nonostante la pioggia al centro culturale San Gaetano. Perchè rimane alta la popolarità di Carlo Cottarelli, presidente del consiglio in pectore per pochi giorni a maggio. Alla presentazione del libro di Carlo Cottarelli “I sette peccati capitali dell’economia italiana” (i cui diritti di autore sono donati all’UNICEF), organizzata da Arca Fondi SGR non hanno voluto mancare tutti i padovani che si stanno chiedendo cosa diavolo stia succedendo in questo nostro martoriato Paese.
Carlo Cottarelli, Direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha raccontato “Non parlo di conti pubblici stasera, vi faccio vedere una linea blu: abbiamo lo stesso livello di reddito della fine degli anni ’80, con il reddito pro capite che non è cresciuto per più di vent’anni. E vi spiegherò per quali motivi il nostro Paese ha smesso di crescere”. Ed ha sviluppato la sua tesi dialogando insieme ad Ugo Loser, Amministratore Delegato di Arca Fondi SGR. “Se si vuol migliorare occorre, più che lodare i nostri pregi, attività che ci piace fare, guardare in faccia l’evasione fiscale, la burocrazia, la corruzione, la lentezza della giustizia, il crollo demografico e il divario tra nord e sud del nostro Paese. E poi dobbiamo andare a vedere cos’è cambiato negli ultimi vent’anni e cioè la difficoltà che abbiamo avuto nel convivere con l’Euro. Io credo che dobbiamo rimanere nell’Euro anche perchè noi possiamo continuare a crescere adattandoci meglio, risolvendo i sei peccati, che se non sono la causa di quello che è successo negli ultimi vent’anni, sicuramente la loro risoluzione aiuterà molto”.
Nel corso dell’evento, Carlo Cottarelli, ha spiegato: “Il nostro Paese cresce meno delle altre economie europee perché esistono sette nodi, alcuni dei quali tra loro intrecciati, che non riusciamo a sciogliere: l’evasione fiscale, la corruzione, la troppa burocrazia, la lentezza della giustizia, il crollo demografico, il divario tra Nord e Sud, la difficoltà a convivere con l’euro. Noi non siamo incompatibili geneticamente con l’euro, come sostengono alcuni, ma rimanere nella moneta unica richiede certi comportamenti che, soprattutto nei primi 10 anni dell’euro, non ci sono stati”.
Ugo Loser, a margine della presentazione, ha commentato: “In questi anni, sebbene il Paese portasse il peso dei propri peccati capitali come li definisce il libro di Cottarelli, il settore industriale si è profondamente efficientato e sono emerse le molte medie e piccole imprese a vocazione esportatrice, innovatrici e spesso leader mondiali nel loro settore, che sono riuscite a prosperare e generare valore per l’economia italiana. Il risparmio delle famiglie del nostro Paese acquisisce quindi oggi un ruolo strategico, da nuovo propulsore finanziario delle eccellenze d’impresa italiane. In questo scenario, i PIR costituiscono una risposta efficiente e attesa da lungo tempo, che troverà crescente spazio nel portafoglio degli investitori italiani”.