E’ notizia di circa 20 giorni fa (un’ottima notizia!), il deposito di una sentenza presso la Commissione Tributaria del Veneto che accoglie il ricorso di alcuni Comuni, tra cui quello di Padova, secondo la quale i ricorrenti hanno il diritto al rimborso della tassa di concessione governativa che viene applicata sui contratti di abbonamento telefonico con i gestori di telefonia mobile, in quanto questa non ha ragione di esistere. Questa sentenza di secondo grado, fa seguito ad una serie di pronunciamenti delle commissioni tributarie provinciali (soprattutto del nord d’Italia) che già avevano sentenziato in questo senso e di fatto ha confermato un orientamento giurisprudenziale che ormai è largamente maggioritario. In pratica, è stato appurato che la tassa di concessione governativa che viene applicata sui contratti di abbonamento di telefonia mobile – vale a dire quel balzello di circa 12,91 euro per l’utenza affari e 5,16 euro per l’utenza privata che costituisce una non indifferente voce di spesa per coloro che pagano mensilmente un abbonamento contratto con un concessionario di telefonia mobile – non ha ragion d’essere. E perché? Facciamo un salto indietro. Alcuni anni fa, è stata istituito il Codice delle Telecomunicazioni, con lo scopo di avviare la privatizzazione del servizio telefonico, eliminando tutta la parte pubblicistica dalla materia e installando quindi, tra gestori e abbonati, un rapporto esclusivamente su base privatistico-contrattuale. Alla luce di questo, la commissione tributaria del Veneto ha sentenziato che se non vi è più natura pubblicistica del servizio, non vi è neanche più necessità di nessuna concessione. Se non c’è concessione, non c’è tassa che tenga. Quindi l’addebito che stanno pagando tutti coloro che hanno un cellulare in abbonamento, e che pagheranno anche il mese prossimo, diventa un indebito. Significa che si sono versati dei soldi che non erano dovuti e di cui si ha quindi diritto alla restituzione. Come si intuisce, la questione ha una sua rilevanza: basti pensare al numero sterminato di utenze provate oltre a quello di tutte le aziende con i vari cellulari messi a disposizione di manager e dipendenti. “Ecco perché Federcontribuenti – afferma il Vice Presidente, Marco Paccagnella – secondo il consiglio dei propri legali, ha deciso di promuovere le opportune iniziative per ottenere la restituzione delle somme indebitamente pagate, anche nei confronti del gestore telefonico con il quale l’utente ha stipulato il proprio contratto a cui si possono aderire tutti coloro che in questi anni hanno pagato un qualcosa che non aveva ragione di esistere. Una ghiotta occasione da cogliere per coloro che rientrano in questa fattispecie, e sono tantissimi, a cui Federcontribuenti Veneto metterà a disposizione i propri esperti giuridici al fine di ottenere la restituzione di quanto indebitamente versato negl’ultimi anni. Invitiamo, dunque, tutti coloro che ne hanno interesse a contattarci”.
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