Cesare Arcolini barbone per un giorno sulle strade di Padova. E’ questa l’iniziativa del Gazzettino di Padova oggi in edicola. Idea di cronaca per altro non proprio originalissima (ricordo Andrea Pasqualetto del Corriere del Veneto suonatore di chitarra a Cortina ed Alberta Pierobon del Mattino qualche anno fa mendicante dietro la statua di Garibaldi ai giardini dell’Arena. “Giornalista accattone per un giorno per scoprire come si sopravvive a Padova senza un soldo in tasca – scrive il Gazzettino in apertura dell’edizione padovana – Il reportage parte dalla Stanga, l’incrocio più trafficato della città, chiedendo l’elemosina agli automobilisti. Sguardi infastiditi, un pugno di centesimi dato da un romeno, le minacce fatte senza troppi giri di parole dai fiorai abusivi: «Vattene da qui, è la nostra zona». Provando a campare come parcheggiatore va male: nessuno paga. Meglio mendicare davanti al municipio. Passa il deputato del Pdl Ascierto: «Sei italiano? Tieni la moneta e buona fortuna»”.
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Visto come sta andando alla categoria, con la chiusura di E-Polis i cui giornalisti non hanno ricevuto 3 mensilità e, sembra, i troveranno dei grossi buchi nei versamenti previdenziali; visto come va a gran parte dei “collaboratori” che di fatto sono dei redattori di serie B, senza ferie e malattia, nè Tfr, ma coprono comunque interi settori della cronaca o paesi grandi come piccole città senza la minima prospettiva di essere inquadrati in un contratto e forse neanche rispettati dal capo provincia di turno, non vorrei che il buon Arcolini, a cui va tutta la nostra simpatia per la disponibilità mostrata nei confronti del giornale per cui scrive da “collaboratore” (notare le virgolette), sperando che la sua non sia una involontaria e tragica anticipazione di una futura realtà per molti che oggi raccontano quello che vedono, senza domandarsi troppo chi glielo fa fare
Alberto Gottardo