Che bello il “brutto” Euganeo ieri fuori e dentro, e se il Padova ha perso, pazienza

 

E’ solo l’inizio, ma da qualche parte appunto bisognerà cominciare. E credo che la rinascita dello stadio Euganeo possa ricominciare appunto dagli eventi di contorno allo stadio stesso. Ieri in parcheggio nord c’erano migliaia di persone al “Fair play village”, iniziativa portata in giro in mezza Italia dalla Sampdoria. E tanti tifosi hanno potuto passare il pre e post partita in maniera diversa, rispetto a quella strana sensazione che si prova arrivando ed andandosene dallo stadio, la stessa che provo quando vado in carcere: quella di essere stato in un non luogo, quasi si trovasse in una isola in una baia nebbiosa, come il carcere di Alcatraz. Lo ha detto Marcello Cestaro, altro momento topico di ieri quando il presidente, dopo la papera su “Vicenza” al posto di vicenda, ha detto delle cose sacrosante: “Stiamo lavorando perchè il calcio sia una festa, un momento di divertimento”. Ed a questo lavoro si sono associati nelle scorse settimane anche gli ultras della tribuna Fattori, che hanno raccolto qualche migliaio di euro e lo hanno donato, assieme agli altri tifosi, per mano del presidente Cestaro, alla città di Genova. Poi il Padova ha giocato male il primo tempo, ha perso, pazienza. Padova però forse ha iniziato a vincere, dimostrando anche grazie alla Sampdoria, che ha fatto tesoro di quanto successo al Marassi vent’anni fa con il povero Spagnulo: ieri nel parcheggio nord dello stadio Euageneo si è accesa una fiammella. Non facciamola spegnere. Gli ultras invitavano ieri a scegliere con cura chi si vuole amare (traduzione alla buona della frase di Cicerone). Io sceglierei di amare eventi come quelli e un Euganeo da cui non solo si va e si viene e ci si ferma 90 minuti, ma dove si può anche bere una birra, commentare senza esasperazioni la partita e stare un po’ insieme. Come si faceva tornando a piedi dall’Appiani tanti anni fa.