Il centro di preghiera di via Anelli, fino a sei anni fa uno dei quartieri più degradati del Veneto, è stato definitivamente chiuso. A deciderlo i leader dell’associazione “Rahma” costituita dodici anni fa da un gruppo di cittadini marocchini: il leader dell’associazione Abderrahim Malek ha consegnato le chiavi della sala di preghiera al Comune, che negli ultimi sei anni ha mediato tra la proprietà della sala, un ex supermercato, e l’associazione di fedeli musulmani. Il clima attorno a quell’edificio, ribattezzato impropriamente “moschea” si era fatto caldo negli ultimi mesi. Da una parte gli 83 associati della “Rahma” associazione religiosa e culturale, guidati da Abderrahim Malek, nominato giusto la scorsa settimana Imam, cioè leader dell’associazione e quindi della “moschea”. Dall’altra un centinaio di fedeli musulmani, anche loro in prevalenza provenienti dal Marocco, che quella leadership non la riconoscono.
“Sono molto amareggiato – spiega Malek raggiunto telefonicamente dall’ANSA – ripartiremo presto, non posso ancora dire da dove, perchè al momento una sede non ce l’abbiamo. Ma credo che sia importante ribadire che noi abbiamo sempre agito con la massima trasparenza ed al servizio non solo dei musulmani che vivono a Padova, ma dell’intera città”.