Cisl Veneto per l’Ucraina con un fondo di solidarietà dedicato alla Croce Rossa Italiana

 

Cisl Veneto serra le fila, coinvolgendo anche tutte le unioni sindacali provinciali e le categorie, e organizza il suo aiuto concreto e tangibile alla popolazione ucraina con iniziative tese a sostenere i civili vittime dei bombardamenti e tutte le persone costrette a fuggire dal loro Paese.

Grazie a un’ampia campagna di sensibilizzazione e in stretta connessione con le associazioni ucraine presenti nel nostro territorio, nonché le istituzioni deputate a coordinare gli aiuti , sarà anzitutto attivata una raccolta di beni di prima necessità (indumenti, cibo, medicinali…) tramite ISCOS Veneto, ong di Cisl che si occupa di cooperazione internazionale e che è già in contatto con il Consolato ucraino delle Tre Venezie per individuare i fabbisogni più urgenti della popolazione in Ucraina. Da oltre un anno l’organizzazione è impegnata con le persone migranti lungo la rotta dei Balcani, ora si aggiunge questa ulteriore grave emergenza umanitaria che non può non trovare ascolto.

I lavoratori e i pensionati veneti aderenti al sindacato, inoltre, saranno chiamati a una grande mobilitazione di solidarietà tramite la raccolta fondi straordinaria attivata da Cisl nazionale (“Cisl Fondo solidarietà per Ucraina”), le cui risorse saranno destinate alla Croce Rossa Italiana già presente con la sua rete in Ucraina.
Il Comitato Esecutivo di Cisl Veneto, infine, ha deliberato ieri di accogliere per l’anno 2022 quali soci onorari di Cisl regionale tutte le cittadine e tutti i cittadini ucraini presenti nel nostro territorio, insieme a tutti coloro che arriveranno in Veneto per sfuggire alla guerra: sono così garantiti loro l’accesso al sistema dei servizi e delle tutele di Cisl, come segnale di sostegno e condivisione della loro lotta per la libertà.

«È evidente come l’attacco di Putin sia anche un attacco ai valori fondanti dell’Europa, la libertà, la pace, la democrazia, e il suo obiettivo più ampio sia quello di destabilizzare un intero continente. Sono così violati anche il diritto internazionale e il diritto di autodeterminazione di un popolo – evidenzia Gianfranco Refosco, segretario generale di Cisl Veneto –. Come Cisl rimaniamo convinti che serva ripristinare al più presto la pace, con l’interruzione delle operazioni belliche e il ritiro dell’esercito russo al di fuori dei confini ucraini. Ma nel frattempo è anche necessario da un lato sostenere chi fugge dalle città strette dall’assedio russo, dall’altro supportare con ogni mezzo la resistenza del popolo ucraino, che sta subendo un’aggressione barbara e ingiustificabile. Non è oggi il momento di atteggiamenti ambigui e equidistanti, per questo abbiamo ritenuto di doverci schierare dalla parte degli aggrediti, ossia del popolo ucraino, senza alcun dubbio e senza alcun tatticismo». «Alla Commissione e al Consiglio europeo chiediamo di prendere in considerazione, con la massima urgenza, la richiesta dell’Ucraina di entrare a far parte dell’Unione – prosegue il segretario –, richiesta già espressa democraticamente dai suoi cittadini». Una solidarietà, quella di Cisl Veneto, che va pure ai tantissimi russi che a rischio della carcerazione stanno manifestando in numerose piazze e città il proprio dissenso alla tirannia guerrafondaia di Putin.

«Questa è anche l’occasione per rivedere radicalmente le politiche di gestione dei profughi e dei richiedenti asilo, da qualsiasi luogo provenienti, da parte del nostro Paese e di tutta l’Unione europea – aggiunge ancora Refosco –, per dare accoglienza e supporto a tutti coloro che fuggono da scenari di guerra e disperazione».

Cisl Veneto non dimentica, infine, l’impatto di questa guerra sul lavoro e sulle imprese, del Paese come del nostro territorio: «Condividiamo la scelta del Governo italiano e dell’Unione europea di deliberare forti sanzioni economiche e finanziarie nei confronti della Russia – conclude Refosco –, e riteniamo sia necessario, fin da subito, predisporre delle misure di tutela per le imprese e i lavoratori, per attutire le ripercussioni sulla produzione e sull’occupazione con un piano europeo di stanziamenti straordinari, anche per costruire una strategia energetica che diminuisca la dipendenza dalla Russia».