Il consigliere regionale Clodovaldo Ruffato, con una interrogazione urgente, ha chiesto alla Giunta regionale di costituirsi in giudizio davanti al Tar del Veneto, a sostegno del ricorso proposto dal Comitato di genitori “Salviamo la Petrarca” contro la chiusura della scuola padovana, per difendere le competenze proprie dell’Amministrazione regionale.
La dismissione della Petrarca, fa notare Ruffato, comporterebbe infatti una rimodulazione dell’offerta formativa che è di competenza della Provincia e della Regione. Tale rimodulazione appare evidente nel momento in cui l’utenza verrebbe assorbita, come ammesso dallo stesso sindaco, da tre istituti scolastici e quindi oltre i confini dell’istituto comprensivo 1. Senza considerare, poi, che non si prospettano soluzioni per il Centro Territoriale Permanente per la popolazione adulta, frequentato da oltre 800 persone. Inoltre, è ovvio che se l’assessore competente parla di sovradimensionamento delle scuole del centro storico significa che si vuole organizzare l’offerta formativa di tali scuole solo sulla base dei residenti del centro stesso. Ma la dimensione ottimale di ciascuna istituzione scolastica, ai sensi del DPR n. 233 del giugno del ’98, è definita invece dalla Conferenza provinciale e dalla Giunta regionale non solo sulla base della popolazione scolastica residente nell’area territoriale di pertinenza, ma anche in forza delle “caratteristiche demografiche, orografiche, economiche e socio-culturali del bacino di utenza”, che appaiono significative per il dimensionamento delle scuole del centro storico. Non solo, fra i criteri per il dimensionamento degli istituti scolastici, sempre secondo il suddetto DPR, deve essere ritenuta rilevante l’attività di istruzione degli adulti, mentre in questo caso il CTP viene completamente ignorato. Prova ne sia che lo stesso Consiglio provinciale ha approvato una mozione nella quale si invita l’Amministrazione comunale a rivedere le proprie posizioni proprio sulla base della ritenuta violazione delle competenze.
Da qui la richiesta di Ruffato: “E’ inammissibile – osserva il consigliere regionale – che l’Amministrazione comunale si appropri di competenze della Provincia e della Regione per sostenere una tesi che vede contro l’intera città, come dimostrano le migliaia di firme raccolte dal Comitato dei genitori. Per questo anche se il mandato sta per scadere, ho voluto presentare questa interrogazione che mi auguro porti alla costituzione in giudizio a sostegno del ricorso dei genitori, quale primo atto della prossima legislatura regionale”.