Vietato entusiasmarsi. L’approvazione in via preliminare avvenuta nei giorni scorsi da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legislativo che taglia le commissioni interbancarie per i pagamenti con carta e bancomat tramite Pos, va nella giusta direzione ma affronta solo l’argomento delle commissioni interbancarie prevedendone, peraltro, una generica riduzione senza indicarne l’esatta entità.
“Non è certamente quello che si attendono gli operatori del commercio, del turismo e dei servizi – commenta il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin – dal momento che i costi legati all’accettazione della moneta elettronica permangono ancora elevati per molte imprese, in particolare quelle di minori dimensioni e quelle operanti in settori a bassa marginalità, quali distributori di carburante, tabaccai, giornalai”.
Se dunque si vuole realmente diffondere l’uso della moneta elettronica si deve intervenire sulle commissioni bancarie a carico delle imprese evitando certi meccanismi sanzionatori, quali sono le multe previste per chi non dispone del Pos, che hanno un gusto puramente punitivo.
“Potrà sembrare strano – continua Bertin – ma in Italia ci sono già 2 milioni di Pos, più che in Germania e più che in Francia e pensare di delegare alla moneta elettronica il contrasto all’evasione sembra più un provvedimento “d’immagine” che di sostanza visto che l’amministrazione finanziaria dispone già di tutti gli strumenti per contrastare l’evasione, compreso l’obbligo di inviare tutte le fatture, operazione che se da un lato ha mandato in tilt il sistema (con drammatiche falle sul piano della privacy) dall’altro ha comportato altri oneri a carico delle imprese”.
“Tornando ai Pos – conclude il presidente dell’Ascom – la speranza, anche se l’esperienza non depone a nostro favore, è che in fase di attuazione delle nuove disposizioni, Banca d’Italia riesca a trasferire alle imprese una reale riduzione dei costi”.