Il concerto di Moroder “scongela” Padova: è Natale, anzi un grande Natale, ma può essere l’inizio di una primavera

 

Il concerto di Moroder non è stato solo un grande evento che in una sera ha fatto ballare insieme migliaia di persone. Non è solo l’evento clou di “Padova città delle stelle”, slogan ben azzeccato dagli organizzatori dell’evento natalizio. E’, o almeno, può essere, l’inizio di una primavera per Padova, città troppo a lungo congelata sotto una cappa di eventi che non scaldavano il cuore. E non mi riferisco solo alla costosissima mostra dei dinosauri di vetroresina al San Gaetano, o alle mostre spesso più pensate per essere ua occasione di esibizione della cultura dell’assessore piuttosto che occasione di divulgazione per un pubblico alto. E così Padova è scivolata tra banalità ed eruditismi in una marginalità ripagata dall’indifferenza, facendo sembrare Treviso e Vicenza dei colossi dell’intrattenimento culturale e degli eventi. Padova ieri sera si è scongelata, nonostante il freddo, perchè ha organizzato un evento capace di coinvolgere, di essere partecipato da migliaia di persone. Un evento con un ospite internazionale, che ha portato a casa tra Golden Globe, Grammy e premi Oscar una dozzina di trofei pesantissimi. Altro che minuetti carraresi e manieristi spacciati per l’originale. Quella di ieri sera è stata al contempo una operazione culturale e un grande evento. Bravi i ragazzi del Vintage Festival, su cui hanno creduto Ivo Rossi e Cristina Toso anni fa e che ora sono diventati grandi. Il Vintage festival per troppi anni è stato l’unico evento di livello in un San Gaetano mai valorizzato come meriterebbe. Adesso forse la musica è letteralmente cambiata. Era ora. Bravo Antonio Bressa, che ha corso un rischio pazzesco: quello di innovare in una città troppo spesso reazionaria più che innovativa. Può essere l’inizio di una primavera per Padova. Anche se è dicembre, è bello crederci.

Alberto Gottardo