“Se qualcuno in Comune ha deciso di far chiudere tutti i circoli di Padova abbia almeno il coraggio di dirlo. Senza intrattenimento né vendita di bevande cosa dovrebbero fare i frequentatori di un circolo? Starsene seduti in cerchio a fare il gioco del silenzio?”. E’ questo lo sfogo di Federico Contin al ricevimento da parte di molti titolari di circoli di una lettera da parte del Comune.
Nella lettera, a firma del capo ufficio Chiara Mazzocolli, si chiede al titolare del circolo di dichiarare che non può essere effettuato nessun pagamento di biglietto d’ingresso al locale sede del circolo; che nessuna pubblicità può essere effettuata dell’attività; che non possono essere svolte attività permanenti o temporanee di intrattenimento o svago.
«In presenza di anche una delle predette condizioni – conclude la nota che deve essere firmata per atto notorio dal titolare del circolo – l’attività esercitata in forza della presente dichiarazione è irregolare».
Tradotto dal burocratese: se si fa musica o si vendono bevande dentro al circolo, magari pubblicizzando per giunta la serata con volantini e cartelloni, si è automaticamente passibili di multa.
E siccome in città la cinquantina di circoli, in particolare quelli dedicati agli universitari in via Bernina, questo fanno da ormai vent’anni, nell’ambiente i due fogli che arrivano nelle sedi dei ritrovi iscritti all’Asi e all’Arci hanno avuto l’effetto di un sasso in una piccionaia.
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