Autodeterminazione, autorappresentanza e responsabilità condivisa. Alla luce dai suoi oltre 50 anni di attività per la tutela della persona con disabilità, Anffas Padova ha oggi organizzato e promosso al Centro Culturale San Gaetano di Padova un’intera giornata di riflessione sul tema dell’inclusione sociale.
Anffas Padova è una storica realtà del terzo settore che in città e provincia conta circa 400 tra volontari e associati. Braccio operativo dell’Associazione è la Fondazione Patavium Anffas che gestisce 3 comunità alloggio dove vivono 23 persone con disabilità; soggiorni climatici che danno risposta a circa 80 persone ogni anno e 5 centri diurni che accolgono complessivamente 130 persone.
I Centri diurni realizzano innumerevoli progetti di collaborazione con le scuole del territorio di diverso ordine e grado. Quest’anno i Centri Diurni Artè ed Intrecci festeggiano 10 anni di attività, che finora hanno coinvolto 150 classi 300 insegnanti e per un totale di circa 3.000 allievi, tra bambini, ragazzi e studenti delle scuole superiori.
Ciò che caratterizza questi progetti è il ruolo assunto dalle persone con disabilità che le vede protagoniste, insieme agli operatori, nella conduzione delle attività artistiche o artigianali” spiega Maddalena Borigo, presidente Anffas Padova “Si infrange così lo stereotipo che sempre accompagna i disabili: da persone in stato di bisogno a risorsa per la comunità; fruitori di servizi ma anche promotori e sostenitori di processi che favoriscono lo sviluppo di condizioni di vita all’insegna dell’accoglienza, del rispetto e del reciproco riconoscimento”.
E’ proprio anche attraverso queste esperienze, oggi protagoniste del convegno padovano, che Anffas ha contribuito a promuovere, negli anni, una pratica di inclusione sociale orientata all’affermazione della dignità e dell’autodeterminazione della persona.
Nei laboratori, organizzati all’interno del Convegno infatti, è la persona con disabilità che ha portato la sua individualità e quindi attitudini, abilità e conoscenze ricoprendo il ruolo di maestro di mestiere. I laboratori sono stati un’opportunità per far sperimentare un rapporto diverso con le persone con disabilità, favorendo, così, una riflessione sui vissuti e sulla rappresentazione che ogni partecipante può avere di loro. Sono stati attivati 6 laboratori, di cui cinque
di attività espressive e artigianali. Il sesto laboratorio invece, si è concentrato sull’analisi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, approvata nel 2006 a New York e ratificata dall’Italia nel 2009. Tale convenzione, introdotta dalla prof.ssa Rinalda Montani, è al centro della mission di Anffas, poiché riconosce come diritto universale la necessità di assicurare il pieno godimento di tutti i diritti alle persone con disabilità.
Particolarmente significativa l’apertura della giornata,affidata alle immagini di un filmato che documenta alcuni dei progetti realizzati. In particolare va evidenziato che accanto al saluto delle autorità, c’è stata la presenza di autorappresentanti. “Nel 2016 Anffas Padova ha avviato il progetto Io Cittadino collegato all’omonimo progetto realizzato dall’Anffas Nazionale e co-finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che impegna in modo attivo e concreto un gruppo di persone con disabilità intellettiva”, ricorda Lilia Manganaro, consigliera nazionale Anffas. “L’obiettivo è attivare il primo movimento italiano di self advocacy, che ANFFAS ha tradotto con il termine auto-rappresentanza”.
Il progetto, che ha già una dimensione nazionale collegata alla piattaforma Europea EPSA (http://inclusion-europe.eu/), rappresenta un momento storico nel percorso di autodeterminazione delle persone con disabilità ed è al tempo stesso traguardo e punto di partenza di una piena cittadinanza.
Tra i relatori dell’evento, Anffas ha ospitato il contributo di Marina Santi, professore ordinario di pedagogia speciale dell’Università di Padova, che nella sua relazione ha affrontato le tematiche dell’inclusione della persona con disabilità, prospettandola come una sfida sociale. “La chiave per una piena inclusività passa attraverso l’eliminazione della cultura del contrasto, del noi verso loro, dell’abilismo contro la disabilità, delle categorie e delle etichette. Tale prospettiva è realizzabile se si modifica fortemente la rappresentazione sociale della disabilità. In un contesto inclusivo la prossimità permette di superare il concetto ormai anacronistico di cura e di assistenzialismo. Ricordiamoci in questa ottica che la persona, anzi, il cittadino disabile, non ha solo bisogni ma anche aspirazioni. E l’inclusione passa proprio attraverso il rispetto di un progetto di vita che tenga conto di ciò”.
Ha invece focalizzato l’attenzione sul costrutto della Qualità della vita (QdV) che riflette le dinamiche che intercorrono tra le aspettative personali e le condizioni oggettive dell’esistenza, Luigi Croce, psichiatra, professore Università Cattolica di Brescia e presidente del Comitato Scientifico Anffas Onlus Nazionale.”Come principio organizzatore, il modello basato sulla QdV è prezioso perché contribuisce a focalizzare l’attenzione sulla complessità esistenziale di ogni persona e orienta verso il superamento della distanza che troppo spesso si pone tra normalità e disabilità. La valutazione della QdV si costruisce su indicatori sensibili al contesto culturale di riferimento, per questo, correlato ai principi della convenzione ONU, risulta importante per il progetto di vita delle persone e per l’attivazione di processi inclusivi”.
Nel pomeriggio una tavola rotonda ha ripreso e sviluppato i contenuti emersi nel corso della mattinata tra relazioni e laboratori. Il confronto ha coinvolto referenti sia pubblici che privati come Daniela Carraro, direttore servizi sociali A.ULSS6 Euganea, Alessia Brunetti, presidente nazionale dell’associazione XFragile, Elisabetta Bozzato, Vicepresidente Anffas Padova, la formatrice Patrizia Nadal, Alberto Danieli, dirigente Liceo Duca D’Aosta e Andrea Bergamo, dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale.
A concludere l’evento è stato l’intervento del Presidente Nazionale Anffas Roberto Speziale di cui si allega una dichiarazione.