Copnfindustria Padova lancia il “patto” con i candidati sindaco. “Fermare la crescita delle tasse locali”

 

Fermare l’accelerazione delle tasse locali negli ultimi vent’anni (dal 5,5% al 15,9%: Corte dei Conti) e rivedere l’impianto complessivo dell’imposizione locale sulle imprese, per non gravare chi solo può far ripartire crescita e lavoro. Accelerare le fusioni e unioni tra Comuni (metà dei 104 padovani è sotto i 5.000 abitanti), per ridurre i costi, rendere i servizi più efficienti accorpandoli, ottenere risparmi per ridurre le tasse locali.
Sono i due titoli di testa, gli «impegni formali» che Confindustria Padova cala nel confronto elettorale, con una richiesta rivolta a tutti i candidati Sindaco nei 61 Comuni della provincia, compreso il capoluogo, che andranno al voto il 25 maggio. Sottoscrivere «un patto con i cittadini, i lavoratori e gli imprenditori», un «impegno formale, in caso di elezione, a realizzare le due priorità». E nell’immediato, l’impegno a sterilizzare l’ulteriore aggravio di imposte locali sulle attività produttive per effetto della Iuc, l’imposta unica comunale, nella combinazione perversa di Imu, Tasi (servizi indivisibili) e Tari (tassa rifiuti).
«Vigileremo sull’effettiva realizzazione degli impegni formali – dichiara il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin – con un ranking periodico dei risultati che renderemo pubblico». «Far vivere le imprese nel territorio deve essere l’impegno dichiarato di chi si candida ad amministrare – afferma Pavin – per dare una prospettiva di futuro alle nostre comunità. È questa l’emergenza da affrontare subito per difendere la base produttiva e il lavoro, qui, nel territorio, creare nuove opportunità, specie per i giovani».
«La Iuc – insiste Pavin – ha aumentato il livello, la complessità e l’incertezza del prelievo sugli immobili d’impresa, dopo l’aggravio medio del 150% nel passaggio da Ici a Imu». Cresce la discrezionalità dei Comuni sulla Tari, si obbligano le imprese a pagare per i rifiuti che già smaltiscono a proprie spese. Si profila il rischio di una super-Tasi per via dello 0,8 per mille aggiuntivo concesso ai Comuni per finanziare le detrazioni prime case.

Per stare agli esempi concreti, un’azienda manifatturiera con un capannone di 11mila metri quadri che nel 2013 ha pagato 27.133 euro tra imposte sul mattone e Tares, quest’anno con la combinazione Imu + Tasi al 10,6 per mille potrebbe pagare 31.351 euro (+15,5%), 33.825 nel caso di super-Tasi (+24,7%). Un capannone di 1.600 metri quadri che ha speso l’anno scorso 6.192 euro, nel 2014 pagherebbe nelle due ipotesi dal 21,2% al 30,7% in più. Altra zavorra sulla strada (ripida) della ripresa. Da qui la richiesta di scongiurare la super-Tasi applicando l’aliquota base dell’1 per mille, di un’equa distribuzione della Tari tra cittadini e imprese, esentando dal tributo i capannoni chiusi. E di una revisione complessiva della tassazione locale sugli immobili d’impresa, «che sono strumenti di lavoro, non patrimonio». L’altro impegno formale che Confindustria Padova chiede ai candidati Sindaco, è accelerare le fusioni e unioni tra Comuni. «Semplificare i livelli amministrativi e tagliare i costi è un imperativo ma anche un’opportunità – sottolinea Pavin -. I Comuni che si fondono hanno diritto per i 10 anni successivi a un incremento del 20% dei trasferimenti statali, oltre a uscire per tre anni dal patto di stabilità. Si risparmierebbero milioni da reinvestire nelle aree più in difficoltà dopo la crisi. Non ci sono più alibi, solo vantaggi nell’andare verso le fusioni».