“Cosa fare per dare una mano ai giovani e all’Italia?” ha scritto domenica pomeriggio il sindaco Flavio Zanonato sul suo profilo. E una trentina di “giovani”, in realtà mica tanto visto che hanno passato da un pezzo i vent’anni. Qui di seguito riporto in maniera del tutto arbitraria alcuni dei commenti che ritengo più interessanti. Per un motivo banale: è un peccato che il dibattito rimanga fermo solo al Facebook del indaco di Padova.
# Luca Barbieri Si potrebbe chiedere un consiglio ai giovani che sono fuggiti all’estero ma avrebbero voglia di tornare. Capire perché se ne sono andati, e a quali condizioni ritornerebbero
# Stefano Bellon la storia delle fughe all’esterp è abbastanza complessa, ma talvolta, vedi il caso della ricercatrice clementi che scrisse a napolitano, si rivelano situazioni di comodo per accendere una luce su se stessi; non sempre l’estero è l’oro e sono convinto che con un pò di buona volontà il miglior estero è qui da noi
#Alberto Gottardo
fare in maniera che chi va in pensione rimanga in pensione. Purtroppo a qualsiasi livello ci sono mille esempi di persone che non ce la fanno proprio ad andare al parco con i nipoti. A gennaio mi vengono in mente l’attuale comandante dei vi…gili urbani ed un altro dirigente del Comune richiamato in servizio. Possibile che non ci fosse nessun altro under 50 in grado di sostituire chi si ritrova figurativamente in pensione ma di fatto con 80mila euro di stipendio annuo in tasca (al lordo delle tasse e delle trattenute, per carità). Esempi ce ne sono anche tra i giornalisti, come la collega Maria Luisa Vincenzoni o il collega Aldo Comello, verso cui nutro stima ed amicizia. Ma se i pensionati del giornalismo di livello, usano le conoscenze sedimentate in anni di onorata professione ricoprendo contemporaneamente il ruolo di collaboratori di tv e ufficio stampa di enti pubblici, come nel caso Vincenzoni, i giovani quando riusciranno a prendere il loro posto?Mostra tutto
# Adina Agugiaro
avete tutti ragione. ma nn perdete tempo a criticare i vecchi : non c’è più lavoro se i vecchi si ritirano, ma se tutti lavorano di più. vecchi e giovani. ricordo la ricetta di quando mio marito ed o eravamo giovani e lui, ingegnere elettro…nico in una multinazionalke americana ( IBM) lavorava … 24 ore al giorno ( perchè lo chiamavano anche di notte e senza pagargli gli straordinari.) L’ambiente era terribilmente competitivo, nn dava respiro. è stata durissima , ma la ns fortuna è stata che non davamo nulla per scontato, sapevamo di poter contare solo sulle ns forze e… sui nostri sacrifici. credo ci abbia molto favoriti l’austera educazione, impartitaci dalle rispettive famiglia
# Alberto Gottardo
Adina, io la mattina mi alzo alle 6, alle 7.20 comincio la diretta in radio/tv fino alle 9. Dalle 9.30, dopo la pausa caffè fino alle 11.30 aggiorno il sito www.padova24ore.it o esco per servizi. Dalle 12 alle 14 abbondanti sono al giro di …nera. Torno a casa, pranzo, dormo un paio d’ore altrimenti muoio, e poi dalle 16.30 mi metto al telefono ed a scrivere per ansa, corveneto e sito internet. Molte volte non riesco a finire prima delle 20. Lavoro anche il sabato e molte volte anche la domenica. Lavorare di più non ce la faccio credimi. anch’io sono reperibile 24 ore su 24. Mio padre faceva il caldaista alla Pessi Guttalin. Lavorava dalle 8 alle 17. Il sabato era a casa. Lui e mia madre hanno fatto tanti sacrifici, ma seppure io penso di non grattarmi le palle, credo che non riuscirò mai in questa Italia a far crescere e studiare 5 figli come hanno fatto loro. Pur lavorando più ore di mio padre e facendo una professione, che almeno in teoria, dovrebbe essere più retribuita
# Giovanni Viafora
Due regole iniziali: intanto smettere di pensare che uno a 30 anni è ancora un giovane. E quindi: lasciare spazio al merito.
Il problema è che in Italia i ragazzi non sono presi sul serio: qui da noi Mark Zuckerberg, prima di lanciare Faceb…ook, avrebbe dovuto iscriversi ad un partito, seguire la corrente giusta, fare il portaborse fino a 40 anni e poi chissà.
Insomma sindaco: prova a mettere in giunta 4-5 persone di 25-30 anni, scelti in base alla bontà delle loro idee e dei loro studi e non in base alla quantità di manifesti elettorali attaccati sui muri, e vedi come ti cambia la città.
C’è da dire, comunque, che il problema ormai è radicale. Per aiutare i giovani andrebbe rivisto l’intero sistema. Lo Stato dovrebbe mettere molti più soldi sulla scuola e sull’università (non certo quella ridicola di oggi che si basa ancora sul valore legale del titolo di studio); concedere agevolazioni sugli affitti in modo tale che un ragazzo a 20-22 anni esca di casa; finanziare gli spin-off.
# Giovanni Viafora Terza regola: tutto sarebbe più facile se coloro che hanno 55-60 anni tornassero a concepire la bellezza di fare da maestri, di indicare la strada, di far crescere i giovani. Ora è il contrario: i “vecchi” restano al loro posto, chiudono la strada, hanno paura dei giovani. Che stolti: perché non capiscono quanto unico e fondamentale sarebbe il loro ruolo per la crescita della società?
Per una volta su Facebook non si è solo cazzeggiato
Alberto Gottardo