Il maiale lo pesi quando è morto. Me lo diceva anni fa un macellaio ed oggi capisco cosa intendesse, pensando a Giancarlo Gentilini. Capisci che ti mancherà adesso che non c’è più. E nemmeno la Lega 2.0 sembra riuscire a decollare, visto com’è andata a Piove di Sacco. Cosa mi mancherà di Giancarlo Gentilini è presto detto: mi mancherà il fatto che mi faceva sentire un veneto migliore di lui. Mi sentivo meno razzista quando leggevo che lui immaginava di sparare agli immigrati come ai leprotti. (leggi qui l’articolo sulla sua condanna per istigazione all’odio razziale) Mi sentivo fortunato quando a Padova il fatto di togliere le panchine da una piazza è stato sempre rigettato come incivile. Mi sentivo persino idealmente sollevato da una sentenza che stabiliva che non era reato accostare le idee di Gentilini sulle varie pulizie etniche accostate alla diarrea (leggi l’articolo dell’assoluzione di Oliviero Toscani)
Ho sempre spiegato ai miei amici delle altre zone d’Italia che la differenza tra Padova e Treviso è che a Padova uno come Gentilini non avrebbe mai avuto chance di fare non dico il sindaco, ma forse nemmeno il consigliere comunale. Poi mi veniva in mente che Mariella Mazzetto è andata a pascolare un maiale dove doveva sorgere una moschea, e mi sono limitato ad escludere che Gentilini potesse mai incassare la fiducia della maggioranza dei concittadini. Deve essere restato qualcosa nel cuore oltre che nel cervello dei padovani, strabis nipoti di quei contadini e commercianti che 800 anni fa, quando, per restare in tema, si svuotavano i vasi da notte in strada, venne acclamato Sant’Antonio da Lisbona, un fraticello basso e scuro che parlava a stento il volgare, Santo di questa città.
La lezione della Lega Nord di Gentilini è che è possibile scegliere tra il maiale e l’uso della ragione, si può sempre decidere se farsi ammaliare dagli slogan o affrontare con fatica i problemi. Il compito di Manildo a Treviso e anche di Gianella a Piove di Sacco è quello di non far rimpiangere i barbari, sognanti o meno, con la buona amministrazione e, quando serve, un polso fermo nelle decisioni importanti. Buon lavoro ai nuovi sindaci, ed a Giancarlo Gentilini, che ha 84 anni, buona pensione.
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Alberto Gottardo