Cos’è il Tokyo Game Show e perché è importante

 

Il mondo del gaming, nonostante gli alti e bassi che fisiologicamente caratterizzano i mercati economici, continua a presentare cifre da capogiro. Il recente report presentato dall’agenzia PwC ha ipotizzato un fatturato globale pari a 323 miliardi di dollari entro il 2026, con un numero complessivo di giocatori che sfiora i 3 miliardi. Si tratta di somme di denaro anche solo difficili da concepire, figurarsi da quantificare nel concreto. È evidente però come queste somme facciano riferimento al mondo del gaming a 360° gradi: a quanto ci si imbatte nelle fiere e nei negozi a tema, a quanto si può trovare navigando in un casino online, dove si scoprono slot, giochi di carte e perfino lotterie, ma include anche tutto il mondo del gaming da mobile, che si sta ritagliando una fetta sempre più importante in quanto a numero di giocatori. Il perché è presto detto: se è vero che la classica console può offrire prestazioni ben maggiori in termini di qualità, la possibilità di giocare ovunque si è mediante smartphone non ha eguali e rappresenta l’elemento su cui molte aziende fanno leva nella creazione di giochi via app. 

L’interesse globale, tuttavia, non conosce solo internet come unica vetrina disponibile. Le fiere legate a questo settore rappresentano un elemento ancora cruciale, tanto per gli appassionati quanto, di conseguenza, per le aziende produttrici. Si inserisce in questo elenco il Tokyo Game Show, conosciuto come TGS dai visitatori più accaniti, che si rinnova annualmente dal 1996. Si tratta di una delle fiere di videogiochi più famose a livello globale, organizzata a Chiba, in Giappone. 

Nell’area che è considerata centrale nella mostra prendono posto gli stand di tutte le maggiori società produttrici di videogiochi al mondo, come Capcom e Sony ad esempio. È bene però specificare che non si tratta di un Comics, come si ripetono ogni anno nelle principali città italiane e non solo, perché rappresenta un luogo cruciale in primo luogo per le aziende, con aree apposite dedicate alla zona commerciale e agli scambi tra loro, in cui il pubblico non è ammesso. Esiste, inoltre, una sezione chiamata Game School che invece ospita gli stand universitari rivolti agli studenti che vogliono intraprendere la carriera di designer del videogioco ad esempio, ma più in generale professioni legate alla realizzazione del gioco. In questo caso però gli istituti presenti sono solo nipponici: a spiccare sono il Tokyo Designer Gakuin College e il Numazu Professional College of Information Technology. 

La fiera di Tokyo vanta una cadenza annuale ma la durata è variabile, anche se solitamente viene organizzata per 3 o 4 giorni: l’edizione del 2024 si è tenuta dal 26 al 29 settembre. La tendenza è quella a rendere pubblico l’evento solo per gli ultimi 2, mantenendo invece il carattere strettamente commerciale almeno nel primo giorno di apertura. Esempi di convention del genere si hanno anche a Colonia con la Gamescom, anche se molto più recente (la prima edizione risale infatti al 2009 e da quel momento in avanti la cadenza è annuale, esattamente come nel caso di quella giapponese).