Il Consiglio di Amministrazione di Crédit Agricole FriulAdria ha approvato il bilancio intermedio al 30 giugno 2020.
Nel contesto socio-economico generato dalla pandemia, la Banca taglia il traguardo del primo semestre evidenziando una crescita delle masse di raccolta e impiego e indicatori di qualità del credito che la collocano ai vertici del sistema bancario italiano.
Anche nella prima parte dell’anno in corso Crédit Agricole FriulAdria ha confermato il ruolo di banca vicina alle esigenze della clientela e della comunità. Si è distinta, in particolare, per le iniziative di sostegno ai privati e alle aziende di Friuli Venezia Giulia e Veneto colpiti dall’emergenza Covid-19, a favore dei quali la Banca è intervenuta con linee di credito, servizi commerciali innovativi e interventi benefici, come l’importante raccolta di fondi a favore della Croce Rossa italiana (1,5 milioni donati) a cui ha partecipato insieme a tutte le società del Crédit Agricole in Italia.
Un significativo contributo alla crescita degli impieghi deriva dagli oltre 3.300 finanziamenti (per un totale di 166 milioni) erogati a valere sul Decreto Liquidità in risposta all’emergenza Coronavirus.
La Banca, inoltre, ha accolto 12.400 richieste di moratoria provenienti da privati e aziende del territorio per un valore complessivo di oltre 1.700 milioni.
Al 30 giugno gli impieghi sono pari a 8 miliardi di euro, in incremento del 3,2% rispetto al mese di dicembre 2019 soprattutto per effetto dello sviluppo del comparto a medio-lungo termine.
La massa amministrata raggiunge i 16,3 miliardi di euro. Cresce rispetto alla fine del 2019 anche la raccolta diretta che si attesa a 8,7 miliardi (+6.9%). In deciso recupero dal mese di maggio la raccolta gestita che al 30 giugno ammonta a 6,1 miliardi, riallineandosi al valore pre Covid.
Per quel che riguarda l’attività commerciale, il bimestre maggio-giugno è stato caratterizzato da un rinnovato dinamismo, con una ripresa delle erogazioni di mutui casa. I nuovi mutui erogati da Crédit Agricole FriulAdria al 30 giugno 2020 sono oltre 1.900, di cui 1.200 in Veneto (per complessivi 150 milioni) e 700 in Friuli Venezia Giulia (80 milioni).
Ottima, nello specifico, la dinamica delle erogazioni a medio-lungo termine alle aziende per effetto dei provvedimenti governativi. Al 30 giugno sono stati erogati a questo segmento quasi 430 milioni, di cui 190 milioni in Friuli Venezia Giulia e 240 milioni in Veneto.
Il costo del credito al 30 giugno si è attestato complessivamente a 17,4 milioni, dato comprensivo degli accantonamenti effettuati sul portafoglio in bonis legati alla crisi sanitaria. Lo stock del credito deteriorato lordo a fine giugno è di 453,6 milioni e risulta in diminuzione rispetto a fine 2019.
Gli indicatori di qualità del credito sono i seguenti: l’incidenza dei crediti deteriorati lordi sugli impieghi è al 5,5%, l’incidenza dei crediti deteriorati netti sugli impieghi si attesta al 2,2%, il tasso di copertura complessiva dei crediti deteriorati è del 61,2%.
Nonostante gli effetti negativi dell’emergenza sanitaria, nel primo semestre 2020 la banca ha conseguito un utile netto di 26 milioni (in calo del 24,3% rispetto all’anno precedente), realizzato quasi esclusivamente con l’attività tradizionale di raccolta e impiego. I ricavi totali derivanti da interessi e commissioni si attestano a 145,7 milioni, in contrazione del 7% anno su anno, ma in netta ripresa nel bimestre maggio-giugno 2020. Nel periodo considerato la banca ha acquisito 9 mila nuovi clienti, di cui 3.400 in Friuli Venezia Giulia e 5.600 in Veneto.
Guardando al secondo semestre, Crédit Agricole FriulAdria è fortemente impegnata a proseguire nella strategia di creazione di valore per tutti gli stakeholder, puntando sullo sviluppo del digitale, sull’innovazione del servizio al cliente, su iniziative commerciali volte alla crescita di clienti e masse e sull’attuazione del piano a medio termine del Gruppo Crédit Agricole Italia.
Per quanto riguarda la distribuzione dei dividendi agli azionisti, la Banca si adeguerà alle indicazioni recentemente emanate della BCE, che ha chiesto agli istituti di non corrispondere dividendi agli azionisti per tutto il 2020.