Coda velenosa per il premio “L’obiettivo e la città” vinto dal fotografo padovano d’adozione Marco Bergamaschi. A sentirsi parte lesa è il fotografo padovano Davide Bolzoni, destinatario del premio “Obbiettivo di Legno” da parte di alcuni fotografi. “L’Obbiettivo di Legno era, per comune accordo tra colleghi, un premio da assegnare annualmente, senza alcuna pubblicità verso i media, a chi, nel corso dell’anno, aveva fatto le peggiori foto”. Ma quest’anno è andata diversamente: “E’ stato utilizzato dai soliti soggetti, infastiditi dal fatto che il Gazzettino ha incaricato il sottoscritto e non loro di seguire i servizi fotografici per la testata. Costoro hanno approfittato del premio per diffamarmi, sostenendo che ho scippato loro il lavoro a minor prezzo. Ciò non è vero, in quanto l’avvicendamento nei servizi fotografici è avvenuto in una logica di miglioramento qualitativo dei servizi, e certo non per mera convenienza economica. Questi signori, non arrendendosi di fronte al fatto che sono stato scelto io esclusivamente per la struttura organizzativa che offrivo al Gazzettino e per l’affidabilità che garantivo, da ottobre hanno inscenato un’iniziativa di protesta pseudosindacale volta esclusivamente a screditare l’operato mio e dei miei collaboratori. Questi soggetti, nonostante siano stati più volte smentiti dagli organi interessati anche a mezzo stampa, utilizzano ogni strumento, anche in pubblico, per una maldestra opera di terrorismo psicologico. Con l’assegnazione del premio in questa forma inopportunamente pubblica e diffamatoria siamo arrivati alle comiche. Sono stufo, ora passo alle vie legali”.
Da segnalare le foto del nostro amico Simone Falso, fotografo padovano che partecipava fuori concorso alla rassegna, clicca qui per visitare il sito
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