Domenica 22 ottobre alle ore 11.00 i frati della basilica di Sant’Antonio, i molti devoti del Santo e i padovani daranno il benvenuto al nuovo Delegato pontificio, monsignor Fabio dal Cin, fresco di consacrazione episcopale. La celebrazione solenne sarà trasmessa in diretta streaming web.
Dal Cin è «cresciuto “a pane e sant’Antonio”», per usare le sue parole. Al mensile «Messaggero di sant’Antonio» di questo mese ha raccontato di essere molto devoto al Santo. La sua parrocchia di origine, Sarmede, è l’unica nella diocesi di Vittorio Veneto a essere titolata a sant’Antonio di Padova. La grande devozione che il neo vescovo respirava in quella comunità è stata arricchita dal profondo legame della sua famiglia con il Santo. Da bambino è stato in pellegrinaggio al santuario antoniano con i genitori; qui veniva a pregare negli intervalli di studio, quando frequentava l’istituto di liturgia di Santa Giustina a Padova. E ora, come ha confessato alla nostra rivista, grazie a sant’Antonio potrà «continuare… a tenere un piede in Veneto», terra natale al quale è molto legato.
Al momento della nomina il 20 maggio scorso, il 52enne monsignore ricopriva, tra i vari incarichi, anche quello di Cappellano di Sua santità e di assistente spirituale nel Santuario della Madonna della Quercia in Roma. Oltre a Delegato pontificio per il Santo, in primavera il pontefice lo ha designato Arcivescovo Prelato di Loreto, nelle Marche, dove risiederà. Succede all’arcivescovo Giovanni Tonucci, classe 1941, diplomatico di lungo corso della Santa Sede, che ha svolto l’incarico di Delegato pontificio per la basilica padovana dal 2014 al mese scorso.
«Un Delegato pontificio giovane può certamente dare nuovo slancio e vitalità al nostro santuario, sia in termini di tutela del complesso edilizio, sia in termini pastorali – commenta il rettore della basilica padre Oliviero Svanera – Siamo molto felici della scelta del pontefice che, ci auguriamo, “passi a salutare” il Santo qualora confermasse la sua visita in Veneto. Il nostro è un santuario internazionale, perché la devozione al Santo è diffusa in ogni angolo della terra. E come ha ricordato recentemente papa Francesco, la pietà popolare è un’autentica espressione di fede e di amore verso Dio, la Vergine Maria e i santi».
Il complesso antoniano, di cui fa parte la Basilica di Sant’Antonio, è di proprietà della Santa Sede. A seguito del Concordato tra la Santa Sede e l’Italia del febbraio 1929, nel 1932 vennero ceduti al Vaticano i beni immobili costituiti dalla basilica e dagli edifici annessi e, l’anno seguente, Papa Pio XI sottraeva alla giurisdizione del Vescovo di Padova il complesso antoniano, sottoponendolo alla sua diretta giurisdizione che, da allora, viene esercitata “nelle cose spirituali e materiali” attraverso un vescovo delegato pontificio.