L’elettrovalvola è uno strumento fondamentale per il controllo di flussi di aria, acqua o altri liquidi. La loro diffusione è capillare in ogni settore, da quello del fai da te a quello industriale dove se ne fa largo utilizzo. Ma cerchiamo di capire meglio il loro funzionamento e i modelli disponibili sul mercato per il 2020.
Cos’è e come funziona una elettrovalvola
Un’elettrovalvola è un sistema elettromeccanico indispensabile per il controllo del passaggio o il blocco di flussi di aria, acqua o altri liquidi. Questi strumenti funzionano in virtù di un segnale elettrico, ciò significa che sono simili a rubinetti, controllati però a livello elettronico.
In genere, si parla di elettrovalvola “al solenoide”, in tutti quei modelli che sono dotati di una bobina in grado di generare campi magnetici utili a regolare l’apertura e la chiusura della valvola bloccando la fuoriuscita del fluido. Sul mercato sono in commercio modelli per fluidi (come le elettrovalvola ad acqua di Rs Components) anche in versione motorizzata, basati su un motoriduttore.
Criteri di classificazione
Dispositivi come questi possono essere classificati in base ad alcune caratteristiche specifiche:
- Modo in cui sono disposti i condotti interni, quantità di ingressi e uscite
- Come vengono alimentata (se a corrente alternata o continua)
- Il tipo di equilibrio (se monostabile o bistabile)
- Livello di pressione per il funzionamento (minimo o massimo)
Nella scelta della propria elettrovalvola la tipologia selezionata dipende dall’uso che bisogna farne. La disposizione interna va decisa in base al progetto che bisogna realizzare, mentre l’alimentazione dipende da cosa va a controllare l’elettrovalvola.
L’equilibrio è una caratteristica determinante per il funzionamento del dispositivo. Esso determina ciò che accade nel momento in cui l’elettrovalvola non viene più alimentata dalla corrente. L’equilibrio può essere monostabile o bistabile. Nel primo caso, l’elettrovalvola se normalmente chiusa blocca il flusso del liquido in assenza di alimentazione, in caso contrario permette il passaggio di acqua o gas a seconda dei casi.
Il modello “bistabile”, invece, come equilibrio usano sia lo stato aperto che chiuso, e quindi hanno la capacità di poter rimanere aperte o chiuse anche quando non c’è alimentazione. Questo è il caso delle elettrovalvole dotate di motore.
Parliamo quindi dei modelli che saranno più diffusi quest’anno, divisi per funzionamento e costi:
1 – Sistema a membrana monostabile
Il sistema a membrana monostabile po’ essere considerato, a ragione, il più comune tra quelli attualmente in commercio. In questo modello quando la bobina non riceve corrente non vi sarà flusso di acqua o gas a seconda dei casi. La tensione deve essere continua e superiore ai 5V. La valvola si apre al di sopra di una pressione di 0.2 atmosfere. La pressione massima perché la valvola continui a funzionare correttamente è di 8 atmosfere.
Questo modello, sebbene sia molto diffuso presenta però un limite. Per garantire un flusso continuo di liquido necessita di una tensione assorbita di continuo. Ciò diventa problematico soprattutto nei sistemi con alimentazione a batteria o con scarsa potenza.
2 – Modello di Elettrovalvola a motore
Un modello che si può considerare più evoluto e che comporta alcuni vantaggi, è sicuramente l’elettrovalvola a motore. Con questa tipologia si può bypassare il problema della corrente assorbita di continuo (per far rimanere aperta la fuoriuscita di fluido), inoltre si risolve anche la questione della pressione minima (qui sono abbastanza anche 0atm).
Uno dei vantaggi è la possibilità di regolare il flusso di acqua o altri fluidi anche manualmente andando a cambiare l’apertura della valvola. Simili modelli si avvalgono di motoriduttore per far ruotare la saracinesca e hanno un grado di affidabilità e personalizzazione che giustificano un costo sensibilmente più elevato rispetto al modello descritto in precedenza.