Sta creando numerosi danni anche al mondo dell’agricoltura padovano la decisione di Putin di chiudere le frontiere ai prodotti provenienti dall’Italia e servono manovre urgenti che mettano al riparo il mercato. A Padova la Russia è al secondo posto per esportazione con un fatturato per i padovani che si aggira intorno ai 6.700.000 di euro, pari al 2% dell’esportato. Sono interessati prettamente gli ortaggi e la frutta con 2.700.000 euro e i prodotti come mais, frumento, farina per un importo di 2.200.000. Sono cifre consistenti che mettono in ginocchio una buona fetta dell’economia padovana e delle aziende agricole padovane.
Il problema non consiste solo nel blocco dell’esportazione: i prodotti devono essere rimessi nel mercato causando un ribasso del loro valore e di conseguenza una diminuzione di guadagno. Un occhio particolare va ai prodotti soggetti a deperimento come quelli lattiero caseari che necessitano di interventi urgenti.
“Apprezziamo che l’Unione Europea abbia deciso di stanziare, con effetto retroattivo, per frutta fresca e deperibile un importo di 125 milioni di euro atto a coprire le perdite e a calmierare il mercato, con la speranza che siano sufficienti a coprire i danni causati. Attendiamo i prossimi giorni per capire come verranno affrontati i problemi dei settori per il momento esclusi – afferma il presidente della Cia Roberto Betto – e se ci sarà una visione globale che guardi al futuro, soprattutto se l’embargo continuerà causando l’inevitabile blocco totale per molte aziende padovane”.
La CIA di Padova ritiene che sia doveroso a tutti i livelli fare squadra perché compatti si possano creare le condizioni per trovare misure che permettano di aggiungere un ulteriore tassello alla risoluzione della crisi. Auspichiamo che il Governo intervenga ulteriormente in modo incisivo per sostenere le aziende che al momento sono escluse dagli aiuti.