Falso certificato di battesimo? La curia difende la buona fede del parroco indagato

 

“Abbiamo appreso questa mattina che a un sacerdote della Diocesi di Padova è stata applicata una misura cautelare all’interno di un’indagine della Polizia, relativa a pratiche di cittadinanza illecite. Il coinvolgimento del sacerdote è inerente alla richiesta di un certificato di battesimo da parte di discendenti di italiani emigrati all’estero a fine Ottocento. Al momento non abbiamo alcun elemento per dubitare della buona fede del sacerdote e ci auguriamo che quanto prima sia chiarita la sua posizione in questa vicenda”.
Questa la nota diffusa dall’ufficio stampa della Diocesi di Padova circa la vicenda che lambisce anche un parroco della chiesa locale guidata dal vescovo don Claudio Cipolla. I riflettori degli investigatori si sono accesi sulla conduzione di un sacerdote, don Emanuele Gasparini, parroco di Vescovana in provincia di Padova, che risulterebbe indiziato di una ipotesi di reato collegata alla indagine avviata dalla questura di Verbania su un traffico di documenti falsi utili a conseguire la cittadinanza italiana. L’ipotesi sarebbe relativa a un falso certificato di battesimo di un cittadino di Vescovana battezzato nell’800 in quella parrocchia.