Alzabandiera, inno di Mameli, e una Padova addobbata da centinaia di tricolore alle finestre. Con addirittura il sole gradito protagonista della mattinata in piazza dei Signori dove le autorità padovane hanno iniziato la giornata di celebrazione e festeggiamento dell’Unita’ d’Italia.
“Siamo particolarmente orgogliosi della centralità della nostra città – ha detto il sindaco Flavio Zanonato dal palco – in questa occasione, ma siamo anche consapevoli che non poteva essere diversamente. Padova infatti ha svolto un ruolo fondamentale nel Risorgimento e sono davvero tanti i cittadini padovani che sono stati protagonisti del processo di unificazione e di indipendenza del Paese. Ne cito due su tutti: Alberto Cavalletto e Ippolito Nievo”.
Unica nota stonata della cerimonia sei venetisti che hanno suonato dei fischietti durante l’inno nazionale, allontanati dalla piazza dagli altri padovani indignati ancora prima che da carabinieri e polizia che li hanno identificati. Guarda le immagini di Reteveneta (in onda stasera sul canale 18)
Al Bo un consiglio regionale straordinario cui ha partecipato, diversamente da quanto aveva detto, anche il presidente della Regione, il leghista Luca Zaia. “Da un Veneto, che piu’ di altre regioni ha vissuto la criticita’ post-unitaria e che per piu’ di un secolo e’ stato rappresentato come il Sud del Settentrione”, ha detto il presidente del consiglio regionale, Clodovaldo Ruffato, “parte un invito e un impegno affinche’ questa felice scadenza rappresenti uno stimolo per una nuova stagione: quella di una nuova Unita’ d’Italia, quella di un federalismo tricolore”.
Citando a piu’ riprese il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Ruffato ha sottolineato come l’unita’ nazionale sia un valore ormai indiscutibile, che esalta e non mortifica l’identita’ delle singole regioni. Per Ruffato non c’e’ alcuna contrapposizione tra unita’ e federalismo: “Quel Veneto che si stringe attorno al tricolore e’ lo stesso che rivendica il federalismo – ha evidenziato – che pretende, a ragione, di utilizzare la ricchezza che produce, ma che sente contemporaneamente l’appartenenza a una storia comune”.
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