Neppure un video che riprende il cinghiale appena investito, unito a foto e testimonianze, è sufficiente: ma per chi è stato istituito il tanto decantato fondo regionaleper i danni da incidenti stradali causati dalla fauna selvatica? E la copertura c’è? La domanda sorge spontanea dopo l’ennesima pratica su cui, nonostante le indubitabili prove fornite, la compagnia di assicurazione della Regioneha rifiutato il risarcimento.
A riproporre la questione Studio 3A, società di patrocinatori stragiudiziali specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità, a tutela dei diritti dei cittadini, che sta seguendo diversi automobilisti che si sono ritrovati ad avere, nella zona del Parco dei Colli Euganei, dei “movimentati” incontri ravvicinati con gli ungulati, riportando ingenti danni alle rispettive vetture.
Studio 3A aveva già denunciato la vicenda di una coppia di assistiti di Noventa Padovana che aveva subìto la disavventura un anno fa lungo la Strada Statale 250, in comune di Montegrotto. Era stata raccolta tutta la documentazione fotografica dei danni (quantificati in 3.300 euro) riportati dalla macchina, una Kia Sls Sportage, e del cinghiale riverso a bordo strada, ed era stata presentata, con tutti i documenti richiesti, ladomanda di risarcimento alla sezione Affari Generali, P.O. Assicurazioni e Brokeraggio, della Regione Veneto che, com’è noto, nel 2013 ha istituito un fondo per i danni da incidenti stradali causati dalla fauna selvatica, stipulando un’apposita polizza assicurativa, con la compagnia Aig Europe Limited. Doveva essere una formalità e invece, dopo diversi solleciti, il 18 gennaio la Igs, incaricata della gestione e liquidazione del sinistro in nome e per conto della Aig, ha risposto picche sostenendo che “la strada teatro del sinistro ricade nell’area di competenza del Parco Colli Euganei”. Il Parco “ovviamente”, a sua volta, ha denegato ogni responsabilità asserendo che il risarcimento spetta alla Regione e non si riesce ad uscire da questo scaricabarile, al punto che probabilmente si sarà costretti ad adire le vie legali.
Ma è ancora più clamorosa la vicenda di un 27enne di Rubano, pure lui rivoltosi a Studio 3A, attraverso il consulente personale Domenico Lanzone, per far valere i propri diritti, e che l’ungulato lo ha investito il 17 novembre, alle 18.30, mentre procedeva con una Opel Corsa in via Liviana, in comune di Torreglia. Il copione è sempre il solito: il giovane, nel buio della sera, si vede sbucare improvvisamentedalla sua sinistraun esemplare del peso di un quintale che gli taglia la strada, sterza bruscamente a destra ma, pur andando a velocità moderata, non riesce a evitarlo. Ripresosi dallo spavento l’automobilista, per fortuna tutto intero, è sceso dalla vettura e non si è limitato a scattare delle foto, ma con il cellulare ha girato un video riprendendo il cinghiale che prima si è accasciato ferito nel fossato a bordo strada, e poi, per quanto ammaccato, ha trovato la forza di rialzarsi e scomparire in mezzo al bosco. L’automobilista ha chiamato anche la polizia locale, che però era impossibilitata ad intervenire, ma c’è un residente che ha visto tutto e che confermerà in toto la sua versione.
Sembrava un “pacchetto” a prova di bomba: video del cinghiale, testimonianza di un terzo, foto dei danni materiali alla parte anteriore sinistra della vettura, perfettamente compatibili e quantificati da un carrozziere in 1.550 euro. Anche stavolta, però, Igs nei giorni scorsi ha incredibilmente e ufficialmente rigettato la domanda di risarcimento proposta da Studio 3A con tutti questi elementi allegati, filmato compreso, rispondendo che “dalla documentazione fornita non sono emersi elementi probatori certi atti a fondare la ricostruzione dei fatti offerta dal ricorrente. Provvediamo dunque ad archiviare la pratica definitivamente senza seguito”.
“A questo punto chiediamo alla Regione di fare chiarezza su questo fondo e sulla relativa polizza, se sia effettivamente attivo o se vi siano problemi di copertura economica – afferma il Presidente di Studio 3A, dott. Ermes Trovò – Qui, infatti, siamo di fronte a dei dinieghi che non hanno fondamento alcuno e si ha più che l’impressione che al soggetto incaricato della gestione e liquidazione dei sinistri venga data l’indicazione di rigettare sistematicamente le domande di risarcimento”.