Dopo anni di numeri in calo, l’anno scorso e quest’anno il credito al consumo fa registrare numeri positivi. Lo attesta uno studio realizzato per conto di Findomestic da Prometeia, che autorizza ad un cauto anche se solido ottimismo dopo quasi due lustri di numeri deludenti per l’economia italiana.
Nel 2014 il reddito medio pro capite in Veneto è stato di 19.945 € su una media nazionale pari a 17.875 € con un aumento dello 0,6% rispetto al 2014.
Padova e Belluno si confermano le due province più ricche, rispettivamente con 20.643 e 20.686 €.
L’unica provincia di poco sotto la media nazionale è Rovigo, con 17.579 €. Crescono del 3,2% gli acquisti di beni durevoli, i settori che hanno fatto registrare i risultati migliori sono quello dell’auto nuova (+4,9% per una spesa complessiva di 1.310 milioni €), usata (+4,2%, per un totale di 1.397 milioni €) e quello dei motoveicoli (+2,9% rispetto al 2014, per un totale di 91 milioni). L’I.T. con dati di spesa positivi è in controtendenza sul dato “italico”
Male l’elettronica di consumo, unica categoria che vede una flessione (-4,7%) rispetto al 2013.
Questi sono i principali risultati della ventunesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Veneto, presentato oggi a Padova.
Nel 2014 il Veneto ha riportato una crescita del reddito disponibile dello 0,6%, che ha posizionato il valore medio a 19.945 €. Si tratta comunque di un reddito più alto di quello medio nazionale che si è attestato sui 17.876 €.
Nell’anno la spesa per i beni durevoli nella Regione si è attestata a quota 4.831 milioni €, il 3,2% in più rispetto all’anno precedente.
I settori di spesa
Auto e moto
Nel comparto mobilità la spesa più rilevante è stata fatta registrare dall’acquisto di auto usate: 1.397 milioni € (+4,2% sul 2013, rispetto a un +3,8% nazionale); per quanto riguarda le auto nuove, il volume di spesa totale è stato pari a 1.310 milioni €, in aumento del 4,9% sull’anno precedente. Bene anche il settore dei motoveicoli: i 91 milioni di spesa totale rappresentati da questa voce sono superiori del 2,9% sull’anno passato (+2,7% la performance nazionale).
Mobili
Per quanto riguarda il settore mobili i veneti hanno speso 1.267 milioni €. Il dato è superiore del 2,5% a quello del 2013, lievemente migliore del 1,5% medio nazionale.
Elettrodomestici
Aumentano gli acquisti di elettrodomestici grandi e piccoli: nel 2014 il volume di vendita è cresciuto del 1,8%, attestandosi a 373 milioni € totali. Per quanto riguarda l’elettronica di consumo, pur riportando un dato in contrazione sul 2013 (-4,7%, per 188 milioni € totali), il Veneto fa meglio della media nazionale, che ha riportato volumi di vendita di questo comparto in calo del 6,3%.
Information Technology
Gli acquisti totali per l’elettronica per famiglie sono stati pari a 205 milioni (+0,6%). Dato in controtendenza con la media nazionale che ha affrontato invece in una fase di calo di 3,1 punti percentuali.
Le province
Nel 2014 la provincia che ha fatto segnare l’andamento migliore in termini di reddito pro capite disponibile è stata Padova (+1,0% con 20.643 €). Al secondo posto Venezia, che vede questo dato aumentare dello 0,8 rispetto allo scorso anno. Terze classificate Rovigo e Belluno (rispettivamente 17.579 € e 20.686 €), la cui performance è stata in aumento dello 0,7%. Seguono Verona (+0,6%, 20.198 €), Treviso (+0,4%, 19.414 €) e Vicenza (+0,3%, 20.027 €).
Per quanto riguarda il mercato delle auto nuove, a guidare la classica dei volumi di spesa è Padova, con 268 milioni (-+3,4% sul 2013), in seconda posizione Verona con 267 milioni € (+3,7%). La performance peggiore è quella di Belluno, che ha fatto segnare un -0,4%, per un totale di 53 milioni €. La migliore, invece, è stata Treviso: +7,8% per una spesa complessiva di 239 milioni €. Sul fronte dell’auto usata, tutte le province fanno segnare risultati in crescita rispetto al 2013. In testa, Verona con 290 milioni € (+4,8%), seguita da Padova (272 milioni, +4,0%) e Vicenza (248 milioni, +3,4%). Rovigo chiude con 65 milioni (+4,2%). Per il mercato dei motoveicoli, anche in Veneto il 2014 è stato un anno positivo con il trend di consumi che sale del 2,9% a livello regionale. Belluno che è la provincia che ha avuto la crescita maggiore, ha visto aumentare del 9,0% il volume di vendite (3 milioni € la cifra complessivamente spesa); a Vicenza, la spesa è aumentata del 7,1% (attestandosi a 16 milioni €). Verona, prima per volume di vendite con 21 milioni €, ha invece perso lo 0,5%.
Nel settore dell’arredamento Padova si conferma come la provincia con i volumi di spesa maggiori (242 milioni €, con una crescita del 3,0% sul 2013), seguita da Verona, con 234 milioni € (+4,9%) e Vicenza, con 231 milioni € (+1,3%). A Belluno l’unico dato negativo sul comparto: -0,7%, per complessivi 54 milioni € di spesa finali.
Tutti segni positivi per il settore degli elettrodomestici grandi e piccoli. La provincia che ha fatto meglio è stata Verona: +3,5%, per 70 milioni € di spesa totali. Al primo posto nella classifica dei volumi, invece, c’è Padova, con 71 milioni (+2,1%). Belluno, ultima per volumi con 16 milioni, rimano costante sui numeri dell’anno precedente. Treviso seconda per variazione (+2,4%), ha generato volumi di spesa per 67 milioni €.
Di tutt’altro tenore l’andamento del comparto dell’elettronica di consumo: la provincia che ha tenuto meglio, rispetto al 2013, è stata Verona, con un -2,6% che ha contratto i volumi di spesa a 35 milioni €. Padova, che ha riportato i volumi maggiori con 36 milioni €, ha fatto segnare un -4,1%. Belluno, la provincia che ha fatto peggio (-11,5%, 8 milioni complessivi di spesa).
Il comparto dei prodotti informatici riporta per tutte le province una performance migliore di quella media nazionale (-3,1%). In testa alla classifica Treviso, con +1,7%, per un volume di spesa totale pari a 37 milioni €; In positivo anche Padova (+1,2%), Venezia (+0,4%), Vicenza (+0,2%) e Verona (+0,1%). Fanno invece registrare il segno negativo Rovigo (-0,2%) e Belluno (-1,5%).
Alcune tendenze che si riscontrano anche in Veneto
In occasione del trentesimo compleanno di Findomestic l’azienda ha analizzato e messo a confronto comportamenti d’acquisto e valori dei 30enni di oggi e dei 30enni di 30 anni fa. Si tratta di due universi distanti e distinti: nati e cresciuti in una realtà in espansione, i sessantenni odierni aspiravano a diventare qualcuno, tramite percorsi di vita stabili e tappe pianificate. I giovani di oggi vivono in una condizione di costante cambiamento, senza possibilità e prospettive di sviluppo, respirano scetticismo, sono costretti a fenomeni di adattamento continui. In questo contesto di precarietà si ampliano a dismisura le possibilità di scelta. Diventa premiante l’esperienza acquisita attraverso percorsi esplorativi, le scelte divengono instabili e fluttuanti. Quello che conta non ė più il possesso di un bene, ma l’esperienza che questo fornisce. Il motto dei trentenni odierni potrebbe essere “scopro dunque esisto”, per i trentenni di allora era “solidi e sicuri”.
I giovani di oggi vedono le spese per trasporti incidere maggiormente sui loro budget, trent’anni fa era il mutuo. Seguono per i trentenni di oggi le spese per un eventuale mutuo o affitto e, quindi, quelle per il cellulare e le ricariche/internet.
Le priorità per i trentenni e i sessantenni sembrano non essere troppo diverse ma presentano alcuni significativi scostamenti: i giovani di oggi vedono come prioritaria la stabilità del posto di lavoro, seguita dalla famiglia e della salute. I 30enni degli anni ’80, invece, mettevano in testa la famiglia e appena sotto la stabilità del posto di lavoro e l’avere una casa di proprietà, bene sempre più inaccessibile per i giovani di oggi, scivolato al 4° posto nella classifica delle loro priorità. Da segnalare che a fronte del 26% dei giovani italiani che vivono con i genitori in Veneto questo dato si abbassa al 19%.
I giovani di oggi cercano acquisti facili da fare, leggeri da mantenere e semplici da restituire e le formule di consumo che sono compatibili con questo tipo di fruizione sono le formule low cost, l’e commerce, la sharing economy e il cloud shopping.