Non si può dire che sia un fulmine a ciel sereno, perchè da qualche tempo più di qualche nube si è addensata sul cielo verde leghista dell’amministrazione Bitonci. E forse, se mai una fine ha un inizio, quella di oggi potrebbe essere ricordata come la data simbolo di una Giunta che sta attraversando un periodo non facile. Si è dimesso infatti l’assessore alla cultura. E non si è diesso granchè bene, data tempistica e modalità ricostruite dagli ambienti di palazzo Moroni. Note ufficiali non ce ne sono, il cellulare dell’assessore è staccato. La dimissione del pezzo più pregiato politicamente della Giunta arriva alla fine di un mese in cui sono schizzate scintille tra l’assessore al sociale Brunetti (espressione del mondo cattolico) e il sindaco, alle prese anche con un rimpasto che ha portato alla nomina di un assessore, Botton, pescata da quel di Carmignano, ed ora culmina con le dimissioni causa Opv (orchestra di Padova e del Veneto) dell’assessore che qualcosa aveva provato a impostare in questo primo anno di legislatura. Laconico il commento del presidente del circolo “Azione riformista” Sebastiano Arcoraci, uno degli animatori della lista civica che aveva sostenuto Maurizio Saia confluendo poi al secondo turno sull’appoggio a Bitonci. “Bene Rodighiero – scrive Arcoraci su facebook – leghista avulso dalla cultura prettamente leghista ha compreso di non poter condividere una gestione del potere gretta e ad excludendum, onore a Rodighiero. La maschera di cera anche a casusa del dannato Caronte sta sciogliendes e gia’ si intravede il vero volto quello tracotante ed arrogante”.
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