Nel solco di una proposta culturale che privilegia la trasversalità del linguaggio artistico contemporaneo e ha saputo trasformare l’Amsterdam Café in laboratorio di ricerca dei nuovi linguaggi espressivi, dall’1 al 20 ottobre Barbara Codogno propone al pubblico FRAME, personale di Alessandro Zangrando.
Si tratta di sei grandi fotografie ( 70 x 50, realizzate grazie al contributo di RCE ) che ritraggono volti noti e opere “miliari” dell’arte contemporanea.
Alessandro Zangrando è giornalista, capo settore alla cultura per il Corriere del Veneto. Da sempre un grande conoscitore ed estimatore d’arte contemporanea. Un giornalista che si muove, va a vedere le mostre, va a conoscere gli artisti. Senza preconcetti, curioso, coraggioso. Zangrando riesce sempre a scovare la bellezza, dotato com’è di un infallibile fiuto estetico. Come testimonia il suo blog Neometro: immagini pulite commentate da efficaci didascalie. Un giornalista che ha fatto della perfezione della sintesi il suo tratto distintivo.
In Frame incontriamo: Fabrizio Plessi (Monumenta / Agrigento/ Primavera 2012); Marina Abramovic ( Venezia/Estate 2013); Doze Green (The bridges of graffiti/ Venezia/ Primavera 2015); le opere di Igor Mitoraj (Contini Art Uk/Londra/Primavera 2014); quelle di Marisa Albanese (Post-classici/Roma/Estate 2013) e l’installazione di Eric Doeringer (Shit and die/Torino/Autunno 2014).
Di loro l’autore racconta: “Marina Abramovic: un incontro in una mattina di fine estate al Danieli. Marina era a Venezia per un documentario sulla sua vita. Gentile, decisa, materna e guerriera. Aveva gli occhiali perché si era fatta male durante una gita. Mi ha raccontato anche dei suoi genitori, si curavano le ferite di guerra con la polvere da sparo. E poi Doze Green, uno dei grandi della street art, arte che amo e seguo da vicino. Il suo è uno stile inconfondibile, con elementi etnici e cubisti. Espongo un frame anche di “Classici e post classici”, la mostra curata da Vincenzo Trione al Foro Romano. Le sculture di Marisa Albanese sembravano dei guerrieri atterrati dal futuro. Semplici, minimali, stilizzati e pacifici. Suggestivi guerrieri bianchi che si stagliavano nell’azzurro del cielo. E Mitoraj, lo scultore che più ha recuperato la ricerca verso l’essenzialità della bellezza. Antico e modernissimo allo stesso tempo. Ho chiuso questi Frame con una foto da “Shit and die” a cura di Maurizio Cattelan: una delle mostre più belle del 2014. Di grande impatto l’ingresso con le scale, tutto coperto di dollari”.
Il 1° ottobre a partire dalle 19.30 dialogheremo assieme ad Alessandro Zangrando che ci racconterà dell’incontro con questi e con molti altri artisti contemporanei.
Ma soprattutto Zangrando ci parlerà del suo particolare punto di vista.
Perché Zangrando fotografo non è dissimile dal Zangrando giornalista: laddove la parola è sempre elegante ma senza nessuna concessione barocca, qui l’immagine è esattamente quello che è.
“Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità” – racconta Zangrando – Mi ha sempre colpito questa frase di Alexis Carrel (premio Nobel per la Medicina). Nell’epoca della comunicazione ininterrotta, della chat continua, del linguaggio che forgia la realtà (come da tradizione Novecentesca), mi sono avvicinato al silenzio delle immagini, alla rarefazione della parola, all’osservazione senza giudizi, allo stupore. Questo è il motivo della mia passione per la fotografia e per le immagini. Una passione assolutamente dilettantesca, senza calcoli, una passione pura. Oggi si tenta di spiegare qualsiasi cosa. Eppure le immagini, l’arte e la fotografia spiegano senza parole o meglio indicano, senza spiegare. Quando fotografo preferisco immagini con pochi elementi, così che restino e si stacchino dall’accumulazione visiva nella quale siamo immersi. Per questo sento forte anche l’influsso della cultura giapponese, che è rimasta immune dalla dialettica. La salvaguardia della forma mi ha sempre interessato: un’immagine che imbrigli il caos e cerchi la bellezza”.
La presentazione sarà introdotta da un videoclip prodotto da Alessandro Zangrando con le immagini d’arte da lui raccolte nel tempo. Il video è realizzato con musiche originali di Fabio Poli. Per l’occasione il musicista si esibirà dal vivo, innestando i suoi interventi live su un tappeto sonoro realizzato per Frame.