Frasi contro i romeni su facebook: ragazza padovana condannata a 4 mesi di reclusione ed a rifondere le spese processuali

 

E’ andata peggio che ad Oliviero Toscani, che finì processato ed assolto, per la famosa frase sui veneti ubriaconi. A differenza del famosissimo fotografo, una giovane padovana, Michela Bartolotta, è stata condannata oggi a 4 mesi di reclusione, pena sospesa e senza menzione nel casellario giudiziario, per aver espresso frasi ingiuriose nei confronti del popolo romeno.
La vicenda è iniziata nel luglio di quattro anni fa: l’allora appena diciottenne Bartolotta si era sfogata con frasi giudicate razziste, su facebook.
Il tribunale collegiale ha ritenuto non ravvisabile il reato di calunnia nei confronti del popolo romeno, condannando però la ragazza per violazione della legge Mancino.
Tenuto conto del comportamento dopo i fatti e del contegno durante il processo (clicca qui per leggere cosa disse durante una conferenza stampa immediatamente dopo che la vicenda venne alla luce) , la ragazza si è vista condannata al minimo della pena prevista e cioè 4 mesi di reclusione, pena sospesa, senza menzione della stessa nel casellario giudiziale e la pena accessoria del pagamento delle spese processuali.
Nota di chi scrive ed oggi era stato citato come teste nel processo. Avevo scritto della vicenda per far emergere un clima generale che si respirava in quei mesi in città. Mi spiace per Michela Bartolotta. Oggi ho potuto parlare di nuovo con suo padre Pietro, imprenditore di origini siciliane che mi ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere, quando gli spiegavo che se avessi saputo che un mio articolo su questo blog ci avrebbe portati in un’aula di tribunale, probabilmente non avrei mai portato all’evidenza pubblica quello che in fondo era uno sfogo: “Tu hai fatto il tuo mestiere. Il razzismo io so cos’è, me lo ha raccontato mio papà che l’ha vissuto sulla sua pelle quando è arrivato qui in Veneto tanti anni fa. Mi domando solo quanto sia costata alla collettività questa vicenda”. Vicenda che si conclude oggi con la condanna della figlia Michela, apparsa molto dispiaciuta dalla condanna subita. Mitigata dalle stesse parole dei giudici che hanno appunto tenuto conto della giovane età tra le attenuanti generiche prevalenti che hanno portato alla mitigazione della pena chiesta dal pubblico ministero, inizialmente, di sei mesi.

Alberto Gottardo