Front National e populismi d’Europa: l’analisi di Corrado Poli

 

Il successo della destra nazionalista in Francia non è affatto inatteso e corrisponde a quanto accade in tutta Europa e in Occidente.

Il tradizionale dualismo tra socialisti e liberali che ha caratterizzato la storia dell’occidente nell’ultimo secolo e mezzo non esiste più.

Il nuovo bipolarismo si pone tra partiti tradizionali – un tempo nemici ora alleati – e movimenti definiti genericamente populisti. Le grandi coalizioni sono al potere in Germania dal 2005 (con un’interruzione) e in Italia dal 2011. Nel Regno Unito lo sono di fatto almeno dai tempi di Tony Blair di cui Cameron è di fatto una continuazione almeno per la politica interna. Non dimentichiamo l’antecedente delle presidenziali francesi del 2002 quando gli elettori della destra e sinistra tradizionali si coalizzarono contro Jean Marie Le Pen a favore di Chirac. Che sarà grosso modo quel che succederà domenica prossima al ballottaggio su indicazione dei leader e sulla base di un sentimento condiviso.

Sostenere che Il Front National è neo fascista può essere utile per la retorica propagandistica, ma si tratta di un fenomeno nuovo, come ha affermato lo stesso Gianfranco Fini in un’intervista all’Huffington Post. Liquidarlo come un’ideologia nata un secolo fa e morta oltre settant’anni or sono non aiuta a comprendere la novità della proposta e della situazione politica. Non dimentichiamo che il suo anziano fondatore è stato addirittura espulso dal partito con il consenso della figlia proprio a causa delle sue posizioni nostalgiche e radicali! Clicca qui per continuare a leggere