Percepivano indebitamente e da diversi anni, migliaia di euro tramite l’erogazione da parte dell’INPS di un assegno sociale. Sei persone fittiziamente residenti in Italia sono state denunciate dalla Guardia di Finanza di Cittadella.
L’assegno in questione, istituito dalla Legge n. 335/1995, rientra tra i principali strumenti attualmente in vigore in materia di protezione sociale e spetta ai cittadini che si trovano in disagiate condizioni economiche.
L’emolumento interessa in particolare i cittadini italiani, comunitari (con iscrizione all’anagrafe comunale), extracomunitari (titolari di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo) e rifugiati politici ed apolidi che abbiano compiuto 65 anni di età, rispettino particolari condizioni reddituali e siano residenti effettivamente ed abitualmente in Italia.
Ed è proprio l’effettività della residenza che ha insospettito le Fiamme Gialle dell’Alta Padovana che a seguito di un’attività di analisi di rischio attuata incrociando le posizioni assistenziali I.N.P.S. relative a persone beneficiarie di assegno sociale iscritte all’A.I.R.E. (anagrafe degli italiani residenti all’estero) si sono trovati di fronte a situazioni, in alcuni casi, eclatanti e paradossali.
All’indirizzo dell’ipotetica residenza italiana dichiarata, i Finanzieri hanno trovato solo parenti che ricordavano a fatica, talvolta, quelli che dovevano essere sulla carta, in realtà, loro coinquilini.
E’ il caso di alcuni ultra ottantenni di fatto residenti in Argentina, tornati tra il 2004 ed il 2005 per brevi periodi in Italia allo scopo di avviare la pratica per l’ottenimento dell’assegno sociale. I successivi approfondimenti operativi hanno fatto emergere un vero e proprio modus operandi.
Ottenuto infatti il contributo statale, lo stesso veniva fatto accreditare su un conto corrente cointestato con un parente “italiano”. L’emolumento mensile poi veniva prelevato dal familiare stesso per essere inviato nel paese estero.
L’operazione delle Fiamme Gialle ha consentito di porre fine ad una truffa ai danni dell’I.N.P.S. che avrebbe continuato a perpetrarsi a tempo indeterminato, con intuibile rilevante pregiudizio per le casse dell’istituto.
Tutti i responsabili sono stati denunciati all’A.G. per violazione dell’art. 640 comma 2, n.1) C.P. (truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, finalizzata all’indebita percezione di emolumenti assistenziali in mancanza dei requisiti previsti per legge).
L’attività operativa posta in essere ha portato al sequestro, allo stato, di un libretto di risparmio postale ove erano presenti migliaia di euro non ancora prelevati e che saranno restituiti alle casse dello stato limitando, di fatto, il danno erariale accertato pari ad oltre 240.000 €.
Il servizio, inserito nel particolare comparto della salvaguardia e del corretto impiego dei fondi pubblici, riveste fondamentale importanza anche in merito ad un avvertito e comune senso di equità, affinché i contributi elargiti siano correttamente percepiti da persone effettivamente bisognose e titolari di idonei requisiti.